Vibo Valentia: Proposta di legge per la videosorveglianza sale operatorie
E' stata illustrata nei locali della Biblioteca comunale di Vibo Valentia la Proposta di Legge "Istituzione del servizio di videosorveglianza nelle sale operatorie", gia' depositata presso gli appositi uffici del consiglio regionale dal presidente della Commissione Sanita', Nazzareno Salerno. Alla manifestazione hanno preso parte anche diversi rappresentanti istituzionali - fra cui il sindaco di Vibo Valentia Nicola D'Agostino, il commissario vicario dell'Afor Valerio Grillo e il senatore Francesco Bevilacqua - e i parenti delle vittime dei casi di presunta malasanita' in Calabria. La Proposta di Legge - chiara, snella, senza elementi di farraginosità - nasce dalla volonta' di migliorare il sistema sanitario offrendo maggiori garanzie sia agli utenti che alla classe medica e agli operatori sanitari che ogni giorno dedicano un ammirabile impegno alla cura dei malati ma che, a volte, subiscono critiche ingiuste, amplificate dalle imperfezioni del sistema, per colpa di disattenzioni imputabili ad un solo negligente soggetto o ad un numero ristrettissimo di soggetti, che minano la fiducia negli ospedali calabresi e generano le premesse per l'incoraggiamento dell'emigrazione sanitaria. E' indispensabile, in effetti, fare differenza fra i casi di malasanita' e i casi che avvengono in quanto le conoscenze mediche e scientifiche di cui attualmente si dispone non sono sufficienti per salvaguardare la vita umana. Altro scopo e' quello di colmare un vuoto normativo che ha spesso consentito il sorgere di disquisizioni incontrollate ed inesatte che hanno danneggiato l'immagine della Sanita' calabrese e non hanno certamente aiutato nella ricerca della verita' dei fatti. "Nello specifico - si legge in una nota stampa - la proposta di legge prevede che l'impianto di videosorveglianza debba garantire l'acquisizione di immagini che riprendano tutte le fasi delle attivita' chirurgiche svolte e che esso debba essere opportunamente dimensionato per campo visivo e per ampiezza delle sale operatorie. Gia' il primo articolo stabilisce che le immagini acquisite dall'impianto di videosorveglianza debbano essere obbligatoriamente registrate e conservate secondo legge e che il trattamento dei dati sia consentito unicamente, in presenza di una preventiva autorizzazione del soggetto destinatario della prestazione sanitaria, ai fini della stessa Proposta di Legge. Scendendo nei dettagli, e' disposto che le immagini registrate con il sistema di videosorveglianza ed i relativi dati siano messi a disposizione esclusivamente dell'Autorita' giudiziaria e delle forze di Polizia e che la loro acquisizione delle immagini e dei dati costituisca misura complementare alle attivita' investigative nel rispetto delle vigenti norme dell'ordinamento civile e penale. E', inoltre, esplicitamente spiegato che i dati registrati non possano essere in alcun modo accessibili a privati cittadini. Particolare attenzione e' stata dunque riservata alla conciliazione del fondamentale diritto alla privacy con le esigenze manifestate da chi puo' ritenersi leso dai trattamenti sanitari e, proprio per questo, i richiami al D. lgs del 30 giugno 2003, n. 196, denominato "Codice in materia di protezione dei dati personali", sono da interpretarsi come irrinunciabili. La proposta di legge - conclude la nota - costituisce senz'altro un elemento di novita' nel panorama legislativo regionale e nazionale e introduce concetti che, sebbene ampiamente condivisi, non erano stati finora tradotti in disposizioni normative".