Arsenale e tritolo ad Arghillà: sgominata rete di “armieri”, in nove in carcere

Reggio Calabria Cronaca

Una vera e propria rete di “armieri” nel cuore del quartiere popolare di Arghillà di Reggio Calabria: un intenso traffico di armi clandestine, con un gruppo criminale dal ruolo di primo piano nel loro approvvigionamento e nella loro distribuzione illegali.

È quanto ritengono di aver scoperto i carabinieri del capoluogo che stamani hanno batto scattare un imponente blitz conclusosi con l’arresto di nove persone, tutte con precedenti per reati contro il patrimonio e la persona, e tutte finite in carcere, che secondo gli inquirenti sarebbero state in grado di reperire e movimentare con estrema facilità un vasto arsenale, grazie a solidi legami con altre organizzazioni malavitose e a una fitta rete di complicità.

Un sistema ben organizzato

I militari hanno accertato come il gruppo avesse stabilito un sistema ben organizzato per trasportare e custodire le armi, sfruttando abitazioni private, magazzini e persino edifici abbandonati.

La logistica utilizzata avrebbe consentito così una rapida movimentazione degli armamenti, che sarebbero stati trasferiti da un luogo all’altro per scansare eventuali controlli delle forze dell’ordine.

Inoltre, l’indagine avrebbe rivelato come il traffico fosse strettamente collegato ad altre attività illecite, tra cui le estorsioni e i regolamenti di conti.

Gli episodi di violenza

L’inchiesta ha documentato poi diversi episodi di violenza: in più occasioni, colpi di arma da fuoco sono stati esplosi in luoghi pubblici, mettendo in pericolo la popolazione locale.

Le armi avrebbero tuonato per risolvere controversie tra gruppi rivali e per atti intimidatori, contribuendo a un clima di forte tensione nel quartiere.

Gli investigatori hanno accertato che il gruppo potesse contare su numerosi nascondigli, sfruttando garage, sottotetti e aree comuni per nascondere il suo arsenale e renderlo subito pronto all’occorrenza.

Il sequestro di esplosivi

L’operazione aveva già condotto, nei mesi scorsi, al sequestro di decine di fucili e pistole, di diverso calibro e modello, tra cui armi di fabbricazione artigianale e modificate per aumentarne la potenza.

Sono state inoltre recuperate migliaia di munizioni, comprese cartucce per armi automatiche e da guerra. Il sequestro più allarmante ha riguardato il ritrovamento di panetti di tritolo con detonatori e componenti elettrici, materiale altamente pericoloso e pronto per essere usato per realizzare ordigni esplosivi telecomandati.

L’arsenale era ben conservato e costantemente rifornito, segno di una gestione meticolosa da parte dell’organizzazione criminale.

Gli arrestati

Le manette sono così scattate per Silvio Berlingeri (di 25 anni); Armando Berlingeri (26); Alessandro Fiore Bevilacqua (39); Cosimo Bevilacqua (di 41 anni); Domenico Massimo Bevilacqua (22); Massimo Bevilacqua, (46, detto “u riggitanu”); Michele Mercurio (22); Domenico Salvatore Pizzimenti (28); e Domenico Zaccone (22).

L’operazione

L’operazione ha visto impegnati oltre un centinaio di uomini dei Carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria, ed è stata coordinata dalla Procura della Repubblica locale, diretta dal procuratore Giuseppe Lombardo,