Provincia Reggio: progetti per valorizzare aree archeologiche
La valorizzazione delle aree archeologiche della provincia di Reggio Calabria è stata al centro di un vertice operativo, svoltosi questa mattina nella sede dell'Amministrazione provinciale. Un incontro a cui hanno preso parte il Presidente Giuseppe Raffa, la Soprintendente ai Beni Archeologici Simonetta Bonomi, l'assessore ai Beni culturali della Provincia, Eduardo Lamberti Castronuovo; il sindaco di Gioiosa Mario Mazza, l'archeologa Rossella Agostino della Soprintendenza. Ed ancora: il capo di Gabinetto prefetto Domenico Bagnato, l'architetto Giovanni Crupi responsabile dei Beni culturali e del patrimonio dell'Ente di via Foti e il consigliere comunale di Gioiosa Rocco Giuseppe Mazzaferro. Nel corso della riunione, in particolare, è stata presa in esame la valorizzazione del “Naniglio” di Gioiosa con un intervento a carico della Provincia per un milione e ottocentomila euro. Si è deciso di dare corso ad una sinergia tra Provincia e Soprintendenza per la redazione del progetto esecutivo che, secondo le previsioni di massima, dovrà essere redatto nei prossimi mesi e appaltarlo entro la fine dell'anno in corso.
“Dall'incontro odierno – ha sottolineato il Presidente Raffa - è emersa una forte sinergia con la Soprintendenza Archeologica dalle Calabria per la valorizzazione delle tante potenzialità culturali di natura archeologica del nostro territorio. In particolare, si tratta di rilanciare un intervento di questi due milioni di euro per rendere fruibile un'altra parte del “Naniglio” di Gioiosa che, per le sue potenzialità storico – culturali, merita grande attenzione. Ritengo che su questo versante, d'intesa con i sindaci e le amministrazioni locali, renderemo un grande servizio alla collettività”. Nel sito in questione si è concluso un intervento finanziato con l'APQ regionale. “Adesso – ha spiegato la Soprintendente Simonetta Bonomi - bisogna sistemare adeguatamente l'area in modo da rendere fruibili i bellissimi mosaici figurativi che sono stati scoperti nella Villa”. Per la dottoressa Bonomi è importante, tra l'altro, “ intervenire sull'elemento architettonico più caratteristico che è la cisterna romana. Quello che abbiamo fatto nell'ultimo intervento – è ancora la Soprintendente - sono delle indagini archeologiche. Adesso, però, bisogna procedere con la valorizzazione”. La discussione avviata questa mattina è andata oltre l'intervento di Gioiosa perché, come ha sottolineato l'assessore Eduardo Lamberti Castronuovo il progetto complessivo “ non si limita alla valorizzazione del Naniglio ma riguarda anche al un nuovo utilizzo della sede della Provincia per farla diventare un museo per la cittadinanza e per il turista. Vogliamo creare un polo di attrattiva di grande livello in collaborazione con le due Soprintendenze, Archeologica e Beni culturali, per rendere fruibili alcuni reperti importantissimi che altrimenti non sarebbero visibili. A questo si aggiunga l'idea di utilizzare il vecchio Brefotrofio come Museo San Paolo (con il quale c'è già una convenzione) e utilizzare l'intero fabbricato, che oggi ospita altri uffici, fino a farlo diventare, assieme al Parco Baden - Powel, un grande polo museale della Provincia”.
Apprezzamento per l'iniziativa è stato espresso dal sindaco di Gioiosa Mario Mazza. “Finalmente, grazie all'impegno del presidente Raffa, trova utilizzazione un finanziamento che per tantissimi anni è rimasto fermo. C'è una sinergia molto importante con la Soprintendenza, la Provincia e l'Amministrazione comunale di Gioiosa Ionica. La villa del Naniglio è un sito straordinario: unico nel suo genere. Molti, purtroppo, non lo conoscono. La Soprintendenza, da parte sua, si sta impegnando molto per la valorizzazione di questi scavi archeologici che, nel tempo, hanno dato alla luce reperti di grandissimo pregio. Grazie alla Provincia e alla Soprintendenza – ha concluso l'avv. Mazza - sicuramente si accenderà un faro molto importante che porterà a conoscenza, anche della Regione Calabria, la necessità di flussi finanziari necessari per proseguire gli scavi, rendere fruibile il sito e farlo inserire nei percorsi turistici dei beni archeologici”.