Crisi economica, lettera di Cacopardi
Riceviamo e pubblichiamo una lettera giunta in redazione scritta da Giuseppe Cacopardi su la crisi economica:
"La Crisi è uguale per tutti?
Nel primo ventennio del 1300 Dante Scriveva (Inferno XIX,115-7)
Ahi Costantin, di quanto mal fu matre
Non la tua conversion, ma quella dote
Che da te prese ‘l primo ricco patre.
Non so se Dante era anticlericale, antitemporalista, antipapista, eppure ho tentato di immaginare che cosa avrebbe scritto se avesse saputo che quella “dote” proveniva da un falso, da una truffa bell’e buona finita, come si vede….per prescrizione. Si potrebbe riabilitare Costantino e chiedergli di tornare col vessillo a difesa della vera fede, quella che disdegna i beni terreni? Forse è meglio lasciarlo dove si trova e rivolgersi ai beneficiari di quella dote; che, come si legge nei documenti dei vescovi e del loro presidente, sono molto attenti e presenti alle vicende politiche italiane e preoccupati dello stato di bisogno delle famiglie italiane e dei loro figli senza lavoro, senza avvenire e senza Avvenire (non hanno i soldi per comprarlo). A Voi mi rivolgo (sarò degno?): mostrate che siete mossi dalla fede e non soltanto dalla politica, date anche voi la vostra parte di lacrime e sangue (siete cittadini italiani quasi tutti). In questo triste frangente basterebbero pochi gesti concreti e responsabili, qualcuno gradito anche a non credenti: potreste, con un atto coraggioso, sospendere per tre anni i vantaggi e i benefici economici del Concordato, accorpare le festività religiose nazionali e patronali alle domeniche, pagare le tasse. Si festeggerebbero soltanto il Natale e, dopo otto giorni come richiesto dal’uso ebraico, la Circoncisione di N.S. Gesù ebreo con Capodanno.
Cardinale Presidente! Ci pensi e ripensi; prima che ci pensi Di Pietro o Pannella a promuovere il referendum abrogativo del Concordato".
Giuseppe Cacopardi
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