Lo sviluppo si realizzerà solo se ci sarà sinergia tra tutti attori del territorio
La Camera di commercio di Crotone ascolta con rammarico l’ennesimo grido di preoccupazione espresso dal comparto delle imprese agroalimentari del territorio per mezzo dell’Associazione tipicamente crotonese che da oltre due anni coinvolge e coordina i principali produttori nelle più prestigiose iniziative dell’agroalimentare (quali ad esempio il Farmer market, unico in Calabria). Davanti agli esiti di una stagione disastrosa che, per diverse cause ha portato alla perdita di 400 mila quintali di angurie con un danno complessivo di circa 1 milione di euro di salari non corrisposti, si assiste all’organizzazione di una importante vetrina internazionale a Bruxelles per promuovere l’anguria di Lamezia, mortificando il territorio crotonese che da secoli primeggia per la coltivazione di eccellenti angurie. In tutto ciò i produttori lamentano l’assenza della classe politica (provinciale, regionale e nazionale), soprattutto in relazione al tema della sicurezza del consumatore, fortemente minata dalla invasione di prodotti agroalimentari dai Paesi europei ed extraeuropei. Anche in questa occasione è necessario ribadire che Crotone ha bisogno di una struttura di reali e forti sinergie politiche istituzionali e sociali che faccia un fronte compatto nella difesa delle produzioni, nella valorizzazione della qualità e nella promozione delle eccellenze. A livello regionale, invece, è indispensabile uscire da un dannoso e lacerante campanilismo che genera conflitto tra le produzioni di zone limitrofe della regione in un’assurda “guerra tra poveri”, una battaglia intestina che non giova a nessuno. La promozione sporadica, oggi dell’anguria dello sceriffo e domani della castagna di Sandokan, non comporta nessun concreto beneficio all’economia regionale. La Calabria deve presentarsi unita e compatta davanti alle sfide internazionali ormai caratterizzate dalla competizione non di singole aziende ma di interi territori, solo così si potrà uscire dal circolo vizioso che sta deprimendo il sistema imprenditoriale, cancellando posti di lavoro e generando una preoccupante emigrazione di tanti giovani, tra i quali vi sono anche i migliori cervelli. La Calabria, trampolino verso il Mediterraneo, deve smettere di puntare su miraggi e chimere del momento ed iniziare ad investire veramente con programmi a lungo termine e con concretezza sulla qualità e le eccellenze.