Cultura, ha riaperto i battenti il Mack di Crotone
Il Museo Provinciale di Arte Contemporanea di Crotone è stato inaugurato il 14 Novembre 1998 presso le sale Ottocentesche del Palazzo Fonte-Calojro, ubicato nel centro storico cittadino . Si tratta di un istituzione al servizio della società e del suo sviluppo che acquisisce, conserva, comunica ed espone le testimonianze materiali dell’uomo e del suo ambiente circostante col fine di studio, educazione e diletto.
Un luogo di cultura composto da un fondo compatto e organico d’arte contemporanea italiana rappresentato dagli autori più importanti di richiamo internazionale di correnti e tendenze dell’arte italiana contemporanea, dal secondo dopoguerra ai nostri giorni, col duplice obiettivo di "informare" e "divulgare" sull’arte contemporanea italiana. In particolare, si tratta di una mostra contemporanea e permanente di arte, che, sotto la cura del critico Ada Lombardi, è stata organizzata in due sezioni, denominate Kroton ’98 e Contemporanea ’98.
La prima espone autori italiani che dagli anni ’50 hanno caratterizzato l’arte con la loro individualità interpretativa del contemporaneo, riconosciuti coi nomi di Carla Accardi, Nicola Carrino, Bruno Ceccobelli, Nino Longobardi, Hidetoshi Nagasawa, Vettor Pisani, Mimmo Rotella, Giuseppe Uncini e Claudio Verna. La seconda sezione, invece, è composta da giovani autori o da chi fa "arte giovane", una rassegna di arte irrequieta e all’avanguardia che tende a ricercare il tempo presente e in continua evoluzione. Una sorta di termometro sensibile degli umori e delle sensazioni dell’attuale che descrive l’indefinito presente con le opere di Ferdinando Fedele, Serafino Maiorano, Alfredo Pirri, Giuseppe Pulvirenti, Ascanio Renda. Il Museo di Crotone, il primo di arte contemporanea in Calabria, si era prefissato ambizioni importanti, auspicando uno spazio culturale sempre in fermento e brulicante di vita. Notevoli sono state le sue acquisizioni e di grande risonanza alcuni eventi che hanno attratto il pubblico e la critica. Doveva provocare movimento, provvedere ad acquisire opere, fornire informazioni aggiornate sugli eventi culturali ed artistici e quindi favorire la crescita del territorio e soprattutto comunicare, comunicare l’identità attuale per costruire con lungimiranza il futuro.
Così, in modo itinerante, a fine 2004, le opere del MAC vengono trasferite in alcune sale del Castello di Santa Severina e nel 2007 presso la sede direzionale della Banca Popolare di Crotone che, esposte in mostra temporanea, hanno avuto l’intento di promuovere la cultura e la valorizzazione del patrimonio storico/artistico del contemporaneo Novecentesco. Il Museo, dunque, incontra il territorio e interagisce con la società per fondare una nuova coscienza, per educare alla visione e per portare l’opera d’arte al di fuori di una fruizione puramente elitaria. È in questa occasione che vengono acquisite le opere di due esponenti dell’ultima generazione artistica italiana: Federico Pietrella e Antonio Rovaldi che realizzano, per l’occasione e su precisa commissione, o pere ispirate alla tradizione numerologica della scuola Pitagorica (che a Crotone era nata intorno al V sec. a.C.) sul progetto del celebre matematico Piergiorgio Odifreddi. Le acquisizioni continuano con altri autori come le opere di Jannis Kounellis e di Mario Merz. In Aprile del 2008 le opere del MAC si trasferiscono in uno nuovo spazio museale, sempre nel centro storico della città, nella ampie stanze del Palazzo Barracco.
La collezione viene così nuovamente ampliata con le opere di Mario Airò, Francesco Arena, Vanessa Beecroft, Alighiero Boetti, Maurizio Cannavacciuolo, Nicola Carrino, Sandro Chia, Enzo Cucchi, Ra di Martino, Bruna Esposito, Stefania Galegati, Franco Giordano, Eva Marisaldi, Liana Moro, Luigi Ontani, Giulio Paolino, Annie Ratti, Marinella Senatore Grazia Toderi, Nico Vascellari, Zimmer Frei. A parer dei critici il MACK è l’unico in Italia che abbia come tema e oggetto d’inda gine l’arte prodotto nel nostro Paese nel corso dell’ultimo quarantennio, perchè vengono privilegiati non di rado le opere di artisti stranieri. Il MACK offre, infatti, un patrimonio culturale di autori che hanno segnato la storia dell’arte italiana dagli anni ’60 in poi, col valore aggiunto di giovani e giovanissime presenze che hanno già una propria fisionomia e un percorso riconoscibili e riconosciuti.