Catanzaro, primo paziente operato con l’innovativo “Stent Coronarico Bioassorbibile”
E’ stato trattato in Calabria, presso il Centro Cardiologico del Campus dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, diretto dal Prof. Ciro Indolfi, il Primo Paziente con un Innovativo Stent Coronarico Bioassorbibile. Si tratta di un cinquantaseienne, che nello scorso mese di settembre ha accusato una sindrome coronarica acuta. Questa rivoluzionaria tecnologia vascolare bioassorbibile tratta le arterie coronarie ostruite per poi dissolversi, evitando la presenza permanente di una protesi metallica. Il primo paziente nel Centro-Sud incluso nello studio clinico “ABSORB EXTEND” è stato curato in Calabria presso il Centro Cardiologico del Campus dell’Università Magna Graecia di Catanzaro. Il Prof. Ciro Indolfi insieme ad alcuni componenti della sua equipe, la Dott.ssa Annalisa Mongiardo e la Dott.ssa Carmen Spaccarotella, hanno illustrato, questa mattina, gli aspetti clinici più innovativi e rilevanti di questa innovativa tecnica coronarica che vede, ancora una volta, l’Università di Catanzaro all’avanguardia nel trattamento delle patologie vascolari.
“L’angioplastica, con il palloncino e lo stent coronarico, - ha spiegato il Prof. Ciro Indolfi- ha ridotto significativamente la mortalità nei pazienti affetti da infarto e oggi è una diffusa terapia di rivascolarizzazione miocardica nei pazienti cardiopatia ischemica stabile. Più di 2 milioni di pazienti sono sottoposti ogni anno ad impianto di stent coronarico”. Lo stent coronarico è una protesi metallica permanente che una volta impiantata non può essere più rimossa dall’albero coronarico, ed, in alcuni casi, l’organismo lo considera un “corpo estraneo. “I risultati generati dal precedente studio ABSORB – ha proseguito il Prof. Ciro Indolfi - si sono rivelati davvero notevoli, e la possibilità di sbloccare in maniera efficace un’arteria occlusa, senza dover lasciare per sempre un dispositivo metallico impiantato nel vaso, ha sicuramente destato un grandissimo interesse da parte dei medici. Anche i pazienti manifestano grande interesse, poichè tale dispositivo è riassorbito
dall’organismo dopo la guarigione del vaso coronarico e non rimane in modo permanente nel vaso stesso, come avviene con gli stent metallici. Pertanto, la tecnologia BVS può davvero rivoluzionare il trattamento dei pazienti affetti da coronaropatie”.
Questa innovativa tecnologia, che è attualmente in fase di sperimentazione in Europa, Australia e Nuova Zelanda, è realizzata in acido polilattico, un materiale noto per la sua biocompatibilità e comunemente usato come materiale per sutura assorbibile e altri dispositivi medici. Poiché non
resta in loco una protesi permanente, i vasi trattati possono riprendere mobilità, flessibilità e pulsatilità tipiche dei vasi sani. Tale capacità potenziale di ripristinare queste funzioni vascolari fisiologiche, ovvero la riabilitazione vascolare, rappresenta una delle caratteristiche che rendono unica la tecnologia BVS nel trattamento delle coronaropatie. Questo dispositivo bioriassorbibile rilascia un principio attivo antiproliferativo che, grazie alle sue proprietà, ha dimostrato di essere
in grado di inibire la proliferazione neointimale a carico dei vasi coronarici rivascolarizzati mediante dispositivo vascolare.
Informazioni relative alla Sperimentazione Clinica ABSORB EXTEND:
La sperimentazione clinica ABSORB EXTEND è uno studio di vaste dimensioni con braccio singolo che arruolerà circa 1000 pazienti in 100 centri situati in Europa, nella regione Asia-Pacifico, Canada e America Latina. La sperimentazione ABSORB EXTEND arruola pazienti affetti da
coronaropatie complesse ed i dati generati dallo studio saranno utilizzati a supporto del processo registrativo in vari mercati in tutto il mondo. Gli endpoint chiave dello studio includono i tassi relativi agli eventi MACE e gli eventi trombotici a carico dei siti rivascolarizzati rilevati a 30 giorni e poi sei, 12, 24 e 26 mesi dopo la procedura, oltre alla valutazione della prestazione della tecnologia BVS in fase acuta (inclusa la riuscita della predilatazione e rilascio del sistema). Fra gli altri endpoint chiave dello studio vi sono le valutazioni mediante angiografia, ecografia endovascolare (IVUS), tomografia ottica a radiazione coerente (OCT), ed altre metodiche per immagini all’avanguardia di natura sia invasiva che non invasiva.