Soverato, tumore della prostata: “La Casa di don Bosco” corre ai ripari con la prevenzione
Secondo un'indagine della Società Italiana di Urologia ben il 33% degli uomini italiani non ha mai effettuato una visita urologica e il 50% non manifesta segni di preoccupazione dinnanzi episodi di incontinenza o di necessità di alzarsi di notte per andare al bagno. Gli uomini, dunque, vengono bocciati in tema di prevenzione tumori e delle malattie prostatiche. E non sono da meno le donne, visto che solo il 25% di queste si è sottoposta almeno una volta nella vita ad una visita specialistica. Eppure, informazione e prevenzione dovrebbero andare di pari passo.
“E' innegabile che le visite urologiche creano nel paziente un certo disagio, ma è proprio con il consulto specializzato di un medico urologo che spesso è possibile prevenire molteplici disturbi all’apparato urinario e genitale. Le malattie legate alla prostata sono destinate ad aumentare nei prossimi anni. E la prevenzione e le visite di controllo rimangono il metodo migliore per cercare di prevenire il male e prenderlo in tempo nel caso si presentassero i primi sintomi. Sottoporsi a visite generali e/o di controllo con cadenza annuale, soprattutto per gli uomini di età superiore ai 50 anni, è importante per potere diagnosticare precocemente eventuali patologie anche tumorali”. Lo ha affermato il dott. Gregorio Lacava, medico chirurgo specialista in urologia e andrologia, già impegnato in vari studi scientifici a carattere di ricerca farmacologica nel trattamento dell'urgenza minzionale e nell'ipertrofia prostatica benigna, che, fra le altre cose, esegue attività diagnostica, trattamento medico, follow-up e consulenza specialistica per le patologie dell'apparato genito- urinario maschile e femminile e per la patologia prostatica presso il Centro Clinico Specialistico “La Casa di don Bosco”, situato a Soverato nell'ex complesso salesiano.
Il centro poliambulatoriale, che opera in sinergia con la Fondazione “Marincola Politi”, presieduta dal dott. Antonio Domenico Marincola, preso atto dell'assenza nel soveratese e nei comuni limitrofi come Chiaravalle di strutture ospedaliere in cui sia possibile sottoporsi a visite urologiche e andrologiche, ha inteso riservare attenzione sia ai disturbi genito-urinari, che possono ridurre la qualità della vita, sia ai casi di ipertrofia prostatica o tumore prostatico.
“La Casa di don Bosco” si è attivata a favore della prevenzione e della ricerca oncologica e vanta anche una collaborazione con il Dipartimento di Fisica Sperimentale dell'Università di Torino.
“Nella struttura – ha spiegato il dott. Lacava - il paziente che vuole approfondire la natura del proprio disturbo prostatico può usufruire di apparecchiature di ultima generazione capaci di dare una diagnosi di certezza in 15 minuti e senza essere assolutamente invasive (Trimprobe). E ancora, ha possibilità mediante un semplice esame delle urine di sottoporsi alla nuovissima tecnica della ricerca genetica del tumore prostatico (PCA3) o del tumore della vescica. Il paziente inoltre - ha aggiunto lo specialista - può seguire nel tempo la propria patologia con esami che, misurando il flusso urinario (Flussometria), permettono di stabilire l'efficacia della terapia o l'evoluzione dell'ipertrofia prostatica. E infine il centro non trascura la salute delle signore, in quanto, disponendo dell'apparecchiatura di urodinamica, permette di diagnosticare l'incontinenza urinaria, malattia diffusa tra le donne prevalentemente dopo i 50 e i 60 anni”.
Tempestività è, dunque, la parola d'ordine de “La Casa di don Bosco”.