Governo tecnico sì, ma non a spese dei giornalisti
“Mario Monti affida il ruolo di portavoce del Governo al presidente in carica della Federazione Italiana Editori Giornali, Carlo Malinconico. Come per Paolo Bonaiuti nel Governo Berlusconi, Malinconico sarà sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega per l’editoria. Un bene o un male per i giornalisti? – È quanto si chiede in una nota Carlo Parisi, segretario del Sindacato dei giornalisti calabresi - Un bene se Malinconico svolgerà il suo ruolo al servizio di tutto il settore, ovvero in difesa degli interessi degli editori e dei lavoratori, il che significa di quanti – tecnici, amministrativi e soprattutto giornalisti – garantiscono l’informazione nel nostro Paese. Un male se Malinconico dovesse svolgere il suo nuovo ruolo continuando ad indossare, anche solo idealmente, i panni di presidente degli editori che, invece di interrogarsi sulla qualità del prodotto – che può essere migliorata solo grazie a seri investimenti e, soprattutto, a dignitose retribuzioni -, pensano sempre di poter fronteggiare gli stati di crisi tagliando le spese solo alla voce “giornalisti”.
Senza contare - scrive Parisi - che svolgerà il suo ruolo in un Governo che ha affidato la delega al Lavoro e alle Politiche Sociali ad Elsa Fornero, un’economista che, dalle colonne del “Sole 24 Ore”, ha spesso espresso il suo pensiero in materia di previdenza, ipotizzando la Cassa unica degli Ordini professionali sotto l’ombrello dell’Inps e, soprattutto, la sua predilezione per il sistema “contributivo” per tutti, che comporterebbe un taglio medio del trenta per cento sulle pensioni. Fnsi ed Inpgi sono avvisati. E, soprattutto, lo sono quanti si ostinano a non capire che la destrutturazione dell’Ordine dei giornalisti, cominciata con il colpo di scure sui pubblicisti, segue il preciso disegno di mettere le mani sulla cassaforte dell’Inpgi che, non dimentichiamolo, è stata riempita solo e grazie al lavoro e ai sacrifici dei giornalisti italiani. Se a ciò aggiungiamo gli effetti devastanti dell’articolo 8 della manovra, in materia di licenziamenti e deroghe alla contrattazione collettiva, c’è tutt’altro che da stare tranquilli.
Benvenuto “Governo tecnico”, ma che sia un esecutivo concentrato sul recupero di risorse attraverso il taglio degli sprechi e delle spese inutili, l’equo pagamento delle tasse, l’emersione del lavoro nero e dei fondi trasferiti illegalmente all’estero. Un merito nei confronti dei giornalisti, comunque, Mario Monti l’ha avuto: nominare ministri due giornalisti pubblicisti: Anna Maria Cancellieri all’Interno e Lorenzo Ornaghi ai Beni Culturali. La prima, prefetto in pensione, commissario straordinario al Comune di Parma, è stata capo ufficio stampa alla Prefettura di Milano; il secondo, oltre che docente e vicepresidente del quotidiano cattolico Avvenire, è direttore della rivista “Vita e pensiero”. Ci penseranno loro a spendere una parola in difesa dei giornalisti?”