Secondo appuntamento sul tema “ La letteratura al tempo della crisi”
L’iniziativa “La letteratura al tempo della crisi”, vuole configurarsi come conoscenza, incontro e scambio con autori che nei loro testi, a vario titolo, sembrano riscoprire il carattere sociale e materiale della letteratura, la particolarità e l’universalità, la capacità di dialogo e conflitto. Con il desiderio, comune, di resistere all’aria del tempo, cioè al clima politico e culturale dominante mettendo in relazione una diversa pratica politica e sociale con le forme dell’interpretazione e della rappresentazione, di cui la qualità linguistica è aspetto essenziale.
Mercoledi 29 febbraio alle ore 17,30 presso il centro Auser, rione Spirito Santo, di Cosenza, Andrea Tarabbia discuterà con Giorgio Franco e con il pubblico sul senso di fare letteratura oggi nell’età della crisi.
Andrea Tarabbia è nato a Saronno (VA) nel 1978. Russista di formazione, è docente di letteratura comparata presso l’università di Bergamo. Scrive sulla rivista “Il primo amore” e vive a Bologna. Ha pubblicato i romanzi La calligrafia come arte della guerra (Transeuropa, 2010), Marialuce (Zona, 2011) e Il demone a Beslan (Mondadori, 2011), con cui si è definitivamente segnalato alla migliore critica italiana.
In un’intervista a Finzioni, lo scrittore ha detto: "A volte mi sembra che tutti siano convinti che, siccome uno ha 33 anni, e dunque è “giovane”, debba per forza scrivere di precariato, della tipa che lo lascia, di un viaggio in India e così via. Invece conosco molti scrittori anche più giovani di me che di questa cosa se ne fregano, e portano avanti un loro discorso. Bisogna capire a cosa si pensa davvero quando si pensa alla letteratura italiana contemporanea: siamo d’accordo che esistono dei modelli letterari forti, ma non sono gli unici sentieri battuti dagli scrittori. La letteratura che amo ha a che fare con certi temi e certi discorsi, e dunque per me è naturale pensare, quando scrivo, di riferirmi a questi".
Il demone a Beslan è ispirato ai tragici fatti di Beslan, quando centinaia di bambini furono uccisi da un commando di ceceni. Marat Bazarev è quello che è sopravvissuto e sopravviverà. È l’uomo che, con i suoi compagni, una mattina di sole di settembre, è entrato nella scuola numero 1 di Beslan. E lì ha dato inizio alla fine. Marat è l’unico del gruppo di attentatori a essere uscito vivo dalla scuola, catturato dalla polizia russa, e ora in un carcere isolato e gelido di Mosca ci consegna la sua confessione. È pronto a prendersi la parte che gli spetta, ma ha anche un’urgenza più forte: raccontare la sua storia, che è una storia di sangue e vendetta, di un’amicizia che resiste a tutti gli orrori. Prendendo la voce di Marat, con una delicatezza e una profondità che lascia senza fiato, Tarabbia racconta il viaggio dentro il male nella sua forma più umana e disperata.
Dopo Tarabbia il prossimo appuntamento sarà il 23 Marzo con Mario Desiati, autore di Ternitti, candidato allo scorso premio Strega, e de Il paese delle spose infelici.
Da questo romanzo Pippo Mezzapesa ha tratto l’omonimo film, che sarà proiettato per l’occasione in serata presso il cinema Modernissimo di Cosenza alla presenza del regista e dello scrittore.