Cosenza: primo appuntamento sul tema “La letteratura al tempo della crisi”
Lunedi 30 Gennaio alle Ore 17,30 presso il centro Auser, rione Spirito Santo, di Cosenza, Antonio Moresco discuterà con Giuseppe Locastro (Unical) e con il pubblico sul senso di fare letteratura oggi nell’età della crisi.
“Quindici anni. Quattro anni per la stesura, undici per revisioni e ribattiture a macchina”: così Antonio Moresco sintetizza il lungo lavoro per Gli esordi, da poco in nuova edizione Mondadori.
Parlare con Moresco non è solo un modo per confrontarsi con uno degli autori più interessanti del panorama narrativo contemporaneo, ma è anche importante per comprendere l'organizzazione, i motivi delle scelte, le tendenze, le aspirazioni, i disegni dell'editoria italiana in un momento difficilissimo come questo che sta vivendo il nostro paese.
Dopo un’infanzia segnata dall’esperienza del collegio religioso e una lunga militanza nella sinistra extraparlamentare verso la fine degli anni Settanta ha intrapreso un sofferto apprendistato letterario, protrattosi per molti anni. Tra i suoi numerosi libri, intensi per lingua e contenuti, si segnalano, oltre a Gli esordi, i colossali Canti del caos (2001 e 2009) e Lettere a nessuno (2008).
Seguiranno, il 29 febbraio, Andrea Tarabbia (Il demone a Beslan, Mondadori), il 23 Marzo, Mario Desiati (Ternitti, Mondadori) e, infine, la giovane calabrese Angela Bubba (Malinati, Bompiani) il 4 aprile.
La Letteratura al tempo della crisi
Sono alcuni decenni che è in corso la trasformazione di scrittori, poeti e intellettuali in semplici “ lavoratori della conoscenza”, il cui sapere viene frantumato e si fonde all’interno dei grandi apparati tecnologici e produttivi capitalistici. Queste nuove figure, per esprimere le esigenze produttive e di mercato degli apparati liberisti, devono sviluppare una elevata capacità di conversione, diventando flessibili e fungibili, e perciò costrette a fare i conti, per buona parte della loro vita, con instabilità, precarietà, mobilità, flessibilità. Il rischio attuale è che scrittori, poeti e intellettuali diventino solo un ingranaggio tecnico dei nuovi apparati di sapere-potere, inseriti nei complessi produttivi in posizioni subordinate o esterne a essi.
L’iniziativa "La Letteratura al tempo della crisi", organizzata da Seminaria e Ciroma, vuole innanzitutto contribuire a definire la collocazione, il punto di vista, dei “lavoratori della conoscenza” in relazione alla vita sociale e alla produzione letteraria: si può immaginare che le figure nate dalla trasformazione dell’editoria in industria editoriale (outsiders, dilettanti, emarginati, esiliati, uomini e donne di confine), animate da spirito di opposizione e non di compromesso sollevino questioni, sfidino ortodossie e dogmi, agiscano in comune per rappresentare tutte le persone e le istanze che solitamente sono dimenticate o censurate? Essendo poeti e scrittori, essi stessi figure marginali, possono fare della marginalità una condizione rappresentativa di tutte le altre marginalità presenti sulla scena sociale e/o territoriale?
Se negli ultimi decenni del secolo scorso il postmoderno ha prodotto spesso testi letterari che hanno rappresentato il lusso dell’ Occidente, cioè forme diverse di disimpegno che hanno espresso il privilegio di una civiltà padrona che poteva ignorare ciò che avveniva fuori dei suoi confini, oggi, al tempo della crisi, nell’epoca del post-capitalismo, quale di tipo di interpretazione della scena sociale è oggi concretamente possibile?
L’iniziativa “La letteratura al tempo della crisi”, vuole configurarsi come conoscenza, incontro e scambio con autori che nei loro testi, a vario titolo, sembrano riscoprire il carattere sociale e materiale della letteratura, la particolarità e l’universalità, la capacità di dialogo e conflitto. Con il desiderio, comune, di resistere all’aria del tempo, cioè al clima politico e culturale dominante mettendo in relazione una diversa pratica politica e sociale con le forme dell’interpretazione e della rappresentazione, di cui la qualità linguistica è aspetto essenziale. Ha scritto una poetessa: "La facoltà di conoscere, scovare le eccedenze e agitare mutazioni e cambiamenti, apparentemente poco materiali sebbene concretissimi, ho la presunzione di riuscire a rinvenirla dentro la scrittura."