Sel Reggio, evitare il sequestro delle istituzioni

Reggio Calabria Politica

"Con la solidarietà e l’invito a non mollare espressi dall’ex presidente del Consiglio Berlusconi, la successiva, consueta, levata di scudi dei suoi bravi e bravetti, l’immancabile conferenza stampa dai toni arroganti e sguaiati e infarcita di accuse trite e ritrite di complottismo nei confronti di “certa informazione” e di uomini sello Stato rei soltanto di fare il prorio dovere, il già inventore del modello Reggio e attuale presidente della Giunta regionale, Scopelliti, si è calato pari pari nel personaggio del perseguitato, dell’uomo integerrimo costretto dai complottardi a difendersi da accuse tanto infamanti quanto infondate. - Comunica una nota stampa del Sel - È un copione che l’Italia intera conosce bene per averlo vissuto sulla propria pelle per quasi venti anni, durante i quali il sedicente unto del Signore ha bloccato il Paese per cercare con tutti i mezzi di uscire da una situazione nella quale egli stesso si era cacciato.

Il problema, non di Reggio soltanto ma della Calabria intera, adesso, non è tanto quello di esprimere solidarietà ad un esponente dell’Arma che ha svolto e svolge le sue funzioni.

Il problema vero è quello di impedire a Scopelliti di fare in Calabria e contro la Calabria quello che il suo mentore ha fatto in Italia e contro l’Italia, cioè di scatenare una guerra senza quartiere contro tutti coloro che non accettano le sue argomentazioni risibili per parare i colpi che ogni giorno, per sua responsabilità, gli piovono addosso.

Se Scopelliti incontra boss, come fece a Milano, partecipa a banchetti di esponenti della malavita organizzata, nomina in organismi importanti uomini che se la fanno con altri boss, mette a soqquadro il bilancio della città di Reggio, nomina assessori personaggi dalle frequentazioni perigliose, ecc. ecc.; se Scopelliti ha fatto questo ed altro, e per questo ed altro è indagato o attaccato politicamente, certo quello che la Calabria non può permettersi è di dedicarsi ai guai di Scopelliti e non ai propri, che sono tanti e gravi.

Ma nessuno di noi è così ingenuo da pensare, aiutato in ciò anche dalla conoscenza dell’altra pellicola, protagonista Berlusconi, che il film possa cambiare per un sussulto di responsabilità della destra, che porti i suoi esponenti a reclamare la separazione delle vicende di Scopelliti da quelle che riguardano la nostra collettività. - Continua - Oggi, oltre al coro dei soliti noti, abbiamo avuto modo di “apprezzare” due nuovi solisti, i quali, freschi di nomina, hanno voluto innaffiare il loro debutto in società con una nota che, oltre che per le usuali contumelie di matrice smaccatamente fascista, si segnala per il tentativo, certamente involontario, di sollevarci l’umore in tempi così bui e tristi con qualche frase che, in bocca a qualche personaggio da avanspettacolo, ci avrebbe strappato grasse risate.

Se questo è il quadro, noi non possiamo fare altro che chiamare all’appello la parte sana della società calabrese, e in primo luogo i partiti, le associazioni e i movimenti del centrosinistra, alcuni dei quali già in questi giorni hanno fatto sentire la loro voce, affinchè si crei un fronte compatto e unitario che alzi alto il vessillo della legalità e del rispetto delle Istituzioni.

Questo non già per esprimere solidarietà o per emettere verdetti, perché ad altri spetta questo arduo compito, ma per pretendere che le Istituzioni non vengano sequestrate ed usate per fini impropri, quando vi sono tanti argomenti di cui hanno il dovere di occuparsi.

Le sentenze giudiziarie, dicevamo, se e quando verranno, saranno emesse da chi ha ruolo strumenti e competenza per fare ciò.

Ma la politica e il vivere civile sono altra cosa, e i giudizi sulla eticità e la moralità dei comportamenti in politica e nella società civile non necessitano di accertamenti giudiziari, come Scopelliti finge di non sapere quando dice che non è reato partecipare ad un pranzo perché quella tale ditta aveva il certificato antimafia rilasciato dalla Prefettura.

Chi ricopre certi ruoli, specialmente in terra di mafia, ammesso che non sappia con chi pasteggia, e già questo sarebbe grave, inquietante e, aggiungo, poco credibile, deve fare in modo di sapere.

La Politica deve arrivare prima della giustizia, anche perché è in grado di farlo, e non sparare alzo zero, ex post, sul ruolo supplente di “certa Magistratura”.

Si tratta, insomma, di recidere, una volta e per sempre, tutti quegli intrecci intrisi di ipocrisia quando non di convivenza o connivenza, per far prevalere la buona Politica perché essa sola può essere capace di estirpare la mala pianta che soffoca tutto il resto. - Conclude - Nello specifico, il centrosinistra deve trovare la forza e la coesione per evitare che la vicenda italiana dell’ultimo ventennio abbia la sua appendice in una terra che non ne ha certamente bisogno."