Immigrati: a Crotone si aprono le porte del Cara per i giornalisti
Laura Boldrini, portavoce italiano dell'Unhcr-Alto commissariato Onu per i rifugiati, il presidente nazionale della Fnsi-Federazione nazionale della stampa italiana Roberto Natale, sono stati, ieri, i protagonisti del seminario su "Informazione e immigrazione" promosso dal Sindacato dei giornalisti calabresi a Isola Capo Rizzuto. Proprio in occasione di questo seminario, nel pomeriggio di ieri, una delegazione di giornalisti calabresi per la prima volta ha avuto la possibilità di visitare, il Centro d'accoglienza per richiedenti asilo di località Sant'Anna, il più grande d'Europa, che ha visto passare in oltre 10 anni, più di 100 mila migranti. Ad accompagnare i giornalisti nella visita, Roberto Natale, Carlo Parisi e Giuseppe Soluri. Solitamente, infatti, l'ingresso a tali centri non è concesso alla stampa, se non con apposita autorizzazione prefettizia. Il centro è gestito da Misericordie e Caritas, che ricevono un'indennità di circa 30 euro al giorno per ogni richiedente asilo; varcati i cancelli del Cara, però, soltanto pochi entreranno nella seconda accoglienza. Lo Sprar, infatti, è saturo e la maggior parte dei migranti, con o senza documenti, torneranno in mezzo alla strada.
Vediamo di conoscere meglio le strutture che accolgono e assistono gli immigrati irregolari, e che si possono distinguere in tre tipologie: Centri di accoglienza (CDA); Centri di accoglienza richiedenti asilo (CARA); Centri di identificazione ed espulsione (CIE). In particolare, i centri di accoglienza richiedenti asilo (CARA), secondo la definizione del Ministero dell’Interno, sono strutture nelle quali viene inviato e ospitato per un periodo variabile di 20 o 35 giorni lo straniero richiedente asilo privo di documenti di riconoscimento o che si è sottratto al controllo di frontiera, per consentire l’identificazione o la definizione della procedura di riconoscimento dello status di rifugiato. Uno di questi, ha sede a Crotone, con 875 posti. I Centri di identificazione ed espulsione (CIE) sono gli ex 'Centri di permanenza temporanea ed assistenza': strutture destinate al trattenimento, convalidato dal giudice di pace, degli stranieri extracomunitari irregolari e destinati all'espulsione. Tali centri si propongono di evitare la dispersione degli immigrati irregolari sul territorio e di consentire la materiale esecuzione, da parte delle Forze dell’ordine, dei provvedimenti di espulsione emessi nei confronti degli irregolari. Attualmente i centri sono 13, anche se quello di Crotone è chiuso da tempo per lavori. Sono gestiti a cura delle Prefetture tramite convenzioni con enti, associazioni o cooperative aggiudicatarie di appalti del servizio, in questo caso affidati alla Misericordia di Isola Capo Rizzuto. All'interno di questi centri sono transitati, negli anni, migliaia di storie drammatiche di migranti, alla ricerca di una prospettiva di vita migliore o semplicemente per sfuggire a morte certa, per guerra o fame.