Confartigianato Crotone: sotto la banca l’impresa crepa
Confartigianato Imprese Crotone - si legge in una nota dell'ufficio stampa - vuole continuare in maniera molto forte la sua battaglia sull’annosa questione banche – imprese perché ora si è toccato il fondo, sono alla ribalta nazionale i tristi dati che ci raccontano drammaticamente le storie di decine e decine di imprenditori che si sono tolti la vita negli ultimi tre anni perché non hanno retto alle problematiche generate di questa crisi economica e di questa stretta bancaria. Una mattanza silenziosa di queste persone in tutto il Paese, da nord a sud, lasciate sole che hanno visto fallire le loro aziende, che hanno dovuto licenziare i propri dipendenti creando involontariamente e contro il loro volere un dramma nel dramma per tutte quelle povere famiglie che all’improvviso si sono ritrovati senza più un futuro, che hanno dovuto subire ritardi di pagamenti oltre che dai privati soprattutto dalla pubblica amministrazione, che si sono visti revocare all’improvviso dalle banche e senza nessun margine di trattativa tutte le linee di credito in essere. E’ giunta l’ora che le istituzioni che hanno un reale potere si adoperino con decisioni concrete per fermare questa inaccettabile macelleria sociale che sta sgretolando il nostro tessuto imprenditoriale che ha fatto, in altri momenti, la fortuna del nostro Paese. Oramai le imprese vivono un’asfissia di liquidità impressionante ed i suicidi rappresentano un esempio emblematico sull’impossibilità delle imprese a reggere questo momento di estrema e fortissima contrazione dell’economia.
Con le imprese in difficoltà, le banche continuano a remare contro e i dati che parlano chiarissimo: mai cosi male come negli ultimi 14 anni e la presentazione del Supplemento statistico al Bollettino economico della Banca d’Italia, non di un Ente a caso, indica che negli ultimi 3 mesi del 2011 i prestiti erogati dal sistema bancario alle imprese sono diminuiti dell’1,5% nell’ultimo mese di dicembre addirittura si è toccato un -2,5%.
Come se non bastasse tutto ciò, oltre a questa evidentissima stretta creditizia nel 2011, le imprese hanno dovuto subire anche un forte aumento dei tassi di interesse che si è tramutato in un costo aggiuntivo per l’intero sistema produttivo pari a 3,7 miliardi di euro”. Nel sud e in Calabria in particolare le imprese sui finanziamenti in media pagano 2,5% di spread in più, quindi è come se ci fosse un’altra gravosa tassa aggiuntiva da pagare per ottenere della liquidità ed inoltre viene anche meno l’opportunità di essere competitivi. Ma non basta, perché se da un lato le imprese hanno difficoltà nei rapporti con gli istituti di credito, dall’altra c’è il ben più vasto tema dei tempi di riscossione dai rispettivi clienti, tutti in aumento negli ultimi mesi del 2011. Nel manifatturiero si parla di 101,3 giorni d’attesa per vedere saldate le fatture dai privati (più 33,4 giorni dal primo semestre 2011) e 137,5 (più 27,3) dalle pubbliche amministrazioni, mentre nell’edilizia i tempi sono arrivati a quota 119,4 (più 30,4) e 150,2 nel caso di pagamenti da enti pubblici (più 25,6).
Meglio non va ai servizi alle imprese, ferme a 86,4 giorni per i privati (più 32,1) e 115,2 per il pubblico (più 26,7). Nei servizi alla persona dove si sfiorano i 74,4 giorni (più 16,4) e gli 85 con enti locali (più 18,5). Non parliamo poi dei fornituristi con ASP e quant’altro! Se non si sblocca il patto di stabilità e non si riapre il credito a condizioni sopportabili, il sistema collassa perché un’altra negatività generata da questa situazione sono le sofferenze bancarie Nel 2011 le insolvenze in capo alle imprese italiane hanno toccato gli 80,6 miliardi di euro, con un incremento rispetto all’anno precedente pari al + 36%. Questa situazione ha sicuramente indotto (facendo un grande errore) molti istituti di credito a ridurre o meglio eliminare i prestiti soprattutto a quelle realtà produttive nostrane a prescindere dalla loro affidabilità! Registriamo quotidianamente esempi inconfutabili.
Le PMI Italiane - continua la nota - ma soprattutto quelle del nostro territorio sono in ginocchio, poi se aggiungiamo le nuove imposte dal governo Monti il gioco è fatto! Tasse necessarie, ma non per questo meno difficili da sopportare. Nel nostro territorio, come al solito sempre in controtendenza, invece di fare battaglie verso un sistema bancario che sta strozzando il mondo delle PMI, addirittura allo stesso vengono assegnati, a costo zero, posti di comando in enti cruciali per lo sviluppo del turismo e dell’economia del nostro territorio nella sua interezza e su questo argomento saremo chiari ed esaustivi nei prossimi giorni.
Confartigianato Imprese Crotone lotterà con tutte le sue forze per evitare che nel nostro territorio nessun imprenditore compia gesta estremi preso dalla disperazione, ma tutte le istituzioni e soprattutto il mondo bancario devono aprire gli occhi, prima che possa succedere qualcosa di irreparabile. Abbiamo necessità di incentivi seri per le nuove assunzioni e per quelle in essere, vanno salvaguardati pensionati e dipendenti pubblici, ma è arrivata l’ora di non guardare più alle imprese solo come vacche da mungere facendo pagare loro le tasse più alte d’Europa, perché se falliscono le imprese fallisce il nostro Paese, e di sicuro noi vogliamo suicidarci in silenzio. Vogliamo invitare chi di dovere a non sottovalutare il malcontento anti banche in atto perché siamo convinti che è una vera bomba a orologeria.