CdD: Lavoro femminile, più che rosa molto in nero!
Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma dell’ Ufficio Stampa Compagnia dei Democratici
“Continua l’impegno della Compagnia dei Democratici Giovani verso il “pianeta femminile”, infatti ieri la nostra rappresentante, Nadia Nardi, ha coordinato una incontro centrando l’attenzione sulla questione dell’occupazione. Risultato a dir poco preoccupante: peggio di noi solo la Turchia! L'Italia, nella speciale classifica dei principali Paesi Ocse, si conferma fanalino di coda nell'occupazione femminile: nel nostro Paese lavora meno di una donna su due (46,4%), mentre in Norvegia si sfiora l'80%. Solo la Turchia, con il 24% delle donne impiegate, se la passa peggio di noi! A sua volta le donne calabresi e del territorio crotonese sono ben oltre sotto queste medie nazionali e risentono in modo massiccio dei tagli operati in tutti i settori; non parliamo poi del lavoro nero che rappresenta una vera piaga che mortifica tutto un contesto socio economico che a fatica cerca di uscire da questo tunnel negativo. I dati rilevati riportano che le madri lavoratrici in Italia sono il 59% contro la media europea del 71,3%, ma se leggiamo le statistiche che riguardano le madri con due figli, la percentuale scende ancora di 5 punti. Pensate per un attimo che percentuale negativa registriamo noi a Crotone, cifre mortificanti per un contesto dove le parole più di moda sono solo “ disoccupazione e crisi”. Ne è passato di tempo e molti passi sono stati pur fatti per ridurre il divario tra uomo e donna, siamo nel 2012 e tantissime situazioni però somigliano ancora a quelle vissute nella metà del secolo scorso. Le donne manifestavano per conquistare i propri diritti e ancora oggi lo devono fare forse con più determinazione, erano costrette per le condizioni ambientali a portare i loro figli al lavoro con loro e tutt’ora a volte sono ancora obbligate a farlo! Proprio su queste condizioni fondamentali si dibatte continuamente in politica: è assodato che manca un welfare che concili lavoro e famiglia e i datori di lavoro continuano a preferire, quelle poche volte che sono costretti a dover scegliere al femminile, quasi sempre le donne single. Infatti nei colloqui di lavoro quasi sempre le domande sulla tua vita privata sono parte essenziale e preponderante per avere una piccola speranza occupazionale. Eppure le donne, secondo i dati Istat, hanno un grado d’istruzione più alto degli uomini e questo dovrebbe essere una condizione preferenziale, invece la scolarizzazione evidentemente serve a poco se le percentuali rilevate sono quelle che sono. Un vero e proprio disastro ! Analizzando in modo più approfondito le varie cause negative del nostro territorio, registriamo che la donna pur di lavorare accetta contratti a progetto, di collaborazione e addirittura in molti casi anche lavoro in nero, che non tutela certamente quei diritti di genere che dovrebbero essere cosa conclamata. La Compagnia dei Democratici, in particolare con le sue rappresentanti femminili , ha sottolineato Nadia Nardi, favorirà iniziative atte ad eliminare queste situazioni negative e lavorerà affinchè le Istituzioni incentivino maggiormente l’imprenditoria e il lavoro rosa e denunciando tutte quelle situazioni di non rispetto delle regole. Il percorso fra i vari ostacoli, non indifferenti, deve essere combattuto incentivando anche modelli culturali e sociali che vedano la donna protagonista non per canoni estetici riconducibili alla sua immagine di oggetto, ma per le capacità , le sensibilità e le competenze che la rendono parte attiva e vitale della nostra società.”
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