Sanità, il vice presidente Bevacqua replica al direttore Gangemi
"Le affermazioni di qualche giorno fa del direttore dell’azienda ospedaliera di Cosenza mi hanno lasciato francamente esterrefatto. Paolo Gangemi sostiene di essere pronto al confronto, ma solo con i tecnici. In una democrazia ciò non è possibile, né auspicabile. Da giorni, purtroppo, mi trovo a frequentare con assiduità l'ospedale dell'Annunziata, il cosiddetto ospedale hub.... Ecco, io qui vorrei semplicemente raccontare la mia esperienza, senza strumentalizzazioni e demagogia". E' quanto scrive il vice presidente della Provincia di Cosenza, Mimmo Bevacqua.
"Vorrei sapere - scrive ancora Bevacqua - se il dottore Gangemi ha mai osservato la tristezza o la disperazione che vela gli occhi dei pazienti, soprattutto anziani, costretti ad attendere lungamente nel pronto soccorso, in attesa del ricovero e forse partire per Rogliano, Acri, Rossano, Corigliano o addirittura per Crotone. Troppo facile voler parlare solo con i tecnici! Con la salute dei cittadini non si scherza.
Nella nostra regione si sta mettendo in discussione il diritto alla salute, garantito dalla Costituzione repubblicana. I tagli indiscriminati stanno generando notevoli problemi. Ormai siamo all’emergenza sanitaria e sociale. E non certamente per le inadempienze del personale, che anzi deve essere ringraziato per il continuo impegno e sovraccarico di lavoro. Ho avuto modo di constatare personalmente l'abnegazione, la passione e i turni senza fine a cui sono costretti ogni giorno gli operatori sanitari. È difficile trovare tanta professionalità e chiedere oltre significherebbe davvero non comprendere i loro sacrifici e i rischi che corrono quotidianamente sfidando spesso la loro stessa resistenza umana".
Per Bevacqua "le carenze sono strutturali! Mancano i posti letto; mancano medici e paramedici; le liste di attesa sono interminabili. Addirittura, ultimamente, sono stati bloccati i ricoveri programmati, per mancanza di posti letto. Vi sono squilibri territoriali gravissimi, soprattutto nella provincia di Cosenza. Basta recarsi, una mattina qualsiasi, presso il pronto soccorso dell'Annunziata per verificarne la portata e il numero elevato di richieste a cui sono soggetti i pochi operatori sanitari presenti provenienti da pazienti giunti da ogni parte della provincia. Il campanilismo esasperato ottiene sempre risultati e il presidente Scopelliti è sempre lì pronto ad accontentare il politico potente. I reparti traslocano da una città all’altra in un baleno. Oggi si chiude e domani si apre. I viaggi della speranza fuori regione sono sempre più numerosi. Si tagliano fondi e si tagliano vite.
Le postazioni di “guardia medica” dovrebbero scendere da 340 a 250. La malattia nella nostra regione è un Calvario ed i corridoi dei nostri ospedali assomigliano sempre più a sofferenti Via Crucis. Non si vive di solo proclami, carissimo presidente Scopelliti, e a furia di tirare la cinghia si può pure morire. Non si possono chiudere gli ospedali, senza aver approntato i servizi alternativi".
"Questo io vedo, giorno per giorno. Di questo voglio discutere anche con il dottore Gangemi - scrive ancora Bevacqua - al quale sarei pronto a riconoscere eventuali meriti nel caso in cui l'ospedale che lui oggi dirige potenziasse i servizi indispensabili dal punto di vista strutturale, tecnologico e di risorse umane. Troverebbe il mio appoggio se ciò lo facesse anche sfidando il tavolo massicci, perché difronte alla salute non c'è tecnicismo e spread che tenga. Così come troverebbe il mio appoggio se sfidasse quei "soliti noti" del suo schieramento politico interessati più al consenso personale che alla qualità delle prestazioni e delle tantissime professionalità . Ma credo che su questa il dottore Gangemi ha le idee chiare avendo ereditato dalla politica clientelare una situazione finanziaria disastrosa… E non avendo la forza. applica la famosa frase di Indro Montanelli quando affermava: "turiamoci il naso e votiamo DC". Il dottore Gangemi lo fa per evitare una brutta figura a chi oggi lo sostiene e voluto in questa postazione. Da questo punto di vista ha la mia comprensione non da "tecnico" ma da semplice dirigente politico".