Frane: Basso Jonio, partono i rilievi dei geologi del CNR
Una iniziativa intrapresa dopo il sopralluogo che aveva portato il presidente Mario Oliverio nelle zone del Basso Jonio colpite in febbraio dal maltempo. Per conto della Provincia, negli scorsi giorni i geologi del CNR Carlo Tansi e Giulia Martini- gli stessi che avevano preso parte al sopralluogo- hanno eseguito rilievi geomorfologici di dettaglio e predisposto o installato reti di monitoraggio in tempo reale sulle aree in frana dei paesi della zona, prodotte dall’evento alluvionale del 22 e 23 febbraio scorso.
In particolare è stato eseguito il rilevamento geomorfologico della frana che incombe sul centro abitato di Longobucco dove sono state rilevate e cartografate le fratture al suolo, indicative del movimento in atto e dell’area a rischio. Alla luce dei rilievi è stata progettata e installata una rete di monitoraggio costituita da 4 estensimetri rotativi “a cavallo” delle fratture ed un fessurimetro da parete ubicato in corrispondenza delle lesioni che interessano un fabbricato minacciato dalla frana. Il sopralluogo si è svolto in presenza del Sindaco di Longobucco, Luigi Stasi e di suoi collaboratori, tra cui l’ing. Giuseppe Felicetti.
I geologi del CNR hanno svolto anche sopralluoghi nei comuni di Mandatoriccio e di Terravecchia. A Mandatoriccio, accompagnati dal Sindaco, Angelo Donnici, e da suoi collaboratori, sono state analizzate due aree: la frana che minaccia le civili abitazioni in via Cessia e quella che ha coinvolto il vecchio cimitero. Nel primo caso è stata predisposta la messa in opera di un inclinometro, posto sulla parete del fabbricato più prossimo alla zona di distacco della frana, atto a valutare eventuali rotazioni dell’edificio. Nell’area cimiteriale è stata predisposta l’installazione di 2 estensimetri rotativi posti “a cavallo” della scarpata principale del fenomeno franoso.
Nel comune di Terravecchia è stato eseguito un accurato rilievo dell’area cimiteriale, coinvolta da un fenomeno franoso di vaste dimensioni, la cui scarpata principale minaccia anche un’abitazione prossima al cimitero. E’ stata prevista l’installazione di 2 fessurimetri da parete, uno sulla parete di una cappella cimiteriale e l’altro sul muro di cinta del fabbricato coinvolto dal fenomeno. Da sottolineare come i vari sensori fanno parte della rete A.M.A.Mi.R di monitoraggio avanzato delle frane, avviata nel 2008 alla luce di un protocollo d’intesa tra il Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica e la Provincia di Cosenza. Essi forniscono informazioni in tempo reale sia sullo stato del dissesto dei vari corpi di frana, che possono preludere a fenomeni di collasso incipiente e sia di eventuali deformazioni degli edifici minacciati dai vari dissesti.
“In alcuni centro del Basso Jonio- afferma il presidente Oliverio- dove si sono verificati i movimenti franosi che espongono a rischio le abitazioni, i cimiteri, la viabilità abbiamo ritenuto opportuno, d’accordo con i Sindaci, installare reti di monitoraggio, al fine di consentire agli amministratori locali il controllo costante della situazione. E’ chiaro che si tratta di misure cautelative cui devono seguire interventi al sistema idrogeologico che abbiamo sottoposto all’attenzione della Regione ed anche ai Ministeri delle Infrastrutture e dell’Ambiente. Nella problematica del dissesto idrogeologico non si possono avere sottovalutazioni. Sono necessari interventi strutturali urgenti e organici.”
La prossima settimana si proseguirà a Scala Coeli, Caloveto, Calopezzati e Paludi.