Coldiretti, all’aeroporto di Reggio degustazione del cornetto “Agrumetto”

Reggio Calabria Attualità

Domani venerdì 6 aprile dalle ore 8,00, all’aeroporto dello stretto “Tito Menniti” di Reggio Calabria in occasione della inaugurazione del volo Reggio-Calabria – Venezia A/R ci sarà la degustazione del cornetto della solidarietà con Rosarno, “agrumetto”: l’arancia di Rosarno nel cuore del cornetto. Ai passeggeri in transito, sarà offerto una ottima spremuta di arancia e il “cornetto agrumetto”. L’iniziativa nasce ed è promossa da Coldiretti Calabria-Campagna Amica insieme all’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria e al suo presidente Giuseppe Raffa e alla società di gestione dell’aeroporto SoGAS. Un utilizzo alternativo ma complementare delle nostre arance e un modo genuino per fare una salutare colazione con cornetti ripieni di marmellata delle arance di Rosarno.

Una ulteriore e significativa iniziativa a dimostrazione di come le forze vive e produttive della Calabria e le Istituzioni possono essere vicine a Rosarno – commenta Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – un modo per invitare a consumare prodotti della pasticceria che utilizzano nostre marmellate prodotte e trasformate unicamente in Calabria, farlo poi con gli agrumi della piana di Rosarno-Gioia Tauro ha un valore intrinseco di straordinaria importanza. Un gustoso benvenuto all’insegna anche della condivisione e della solidarietà. L’obiettivo – sottolinea la Coldiretti – è valorizzare le arance calabresi con un utilizzo alternativo ma complementare rispetto al normale uso per la produzione di succo di frutta e aranciate, che vede oggi gli agrumi pagati ai produttori appena 8 centesimi al chilo. Una vera e propria catena dello sfruttamento che colpisce gli anelli piu’ deboli e le cui cause vanno ricercate nel fatto che le bevande in vendita prodotte con le arance calabresi contengono solo il 12 per cento di vero succo e che nelle etichette non è indicata la vera origine mentre si permette che i concentrati importati dal Brasile siano spacciati come Made in Italy. Il risultato è – precisa la Coldiretti - una insufficiente remunerazione per i produttori con le arance che non vengono raccolte, bassa paga per i lavoratori extracomunitari con fenomeni di illegalità e chiusura delle industrie di trasformazione con perdite economiche, occupazionali ed un impatto devastante dal punto di vista ambientale sul territorio.