No del Viminale allo scioglimento della Provincia di Crotone
La Provincia di Crotone non è infiltrata dalla 'ndrangheta. Il procedimento prefettizio di accesso agli atti si è infatti concluso con la dichiarazione che non ci sono i presupposti di condizionamento mafioso per lo scioglimento dell'ente Provincia. Il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, lo scorso 30 aprile ha firmato il decreto, pubblicato il 3 maggio successivo, che chiude il procedimento avviato nei confronti della Provincia di Crotone l'8 agosto 2011, quando il prefetto Vincenzo Panico ha istituito la commissione d'indagine incaricata di svolgere gli accertamenti, il cui lavoro è stato poi prorogato fino al 2 febbraio 2012. Una ventina di giorni prima, il 13 luglio 2011, il prefetto di Crotone era stato delegato da un decreto del ministro dell'Interno - incarico allora ricoperto da Roberto Maroni - ad esercitare i poteri di accesso e di accertamento nei confronti dell'Amministrazione provinciale, da pochi mesi investita dal clamore dell'inchiesta “Hydra” con la quale la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ipotizzava il reato di voto di scambio in occasione delle elezioni provinciali del 2009. In seguito alla divulgazione della notizia dell'indagine, l'allora assessore provinciale alla Pubblica istruzione, Gianluca Marino, tuttora l'unico imputato per quell'ipotesi di reato, si è dimesso dalla carica. E poco tempo dopo, per allontanare ogni sospetto dalla sua amministrazione, sostenuta da una coalizione di centrodestra (Pdl, Fli, Udc), il presidente Stano Zurlo ha deciso l'azzeramento della giunta formandone una 'tecnica' tuttora in carica. Dopo sei mesi di accertamenti negli uffici della Provincia di via Mario Nicoletta, e sulla base delle informazioni raccolte dalla commissione di accesso, il prefetto di Crotone, lo scorso 16 marzo, ha inviato segnalazione negativa al ministero degli Interni a Roma, ritenendo "che non sussistano i presupposti per avviare la procedura di scioglimento". Il ministro ha concluso il procedimento prendendone atto entro il termine di tre mesi previsto dalla normativa.