Al Marca trionfa l’arte dei giovanissimi con 600 opere
Sabato 19 maggio è la giornata dedicata dal Marca ai giovani e ai giovanissimi. Un incontro sulla didattica museale a cui seguirà la mostra con oltre 600 lavori ispirati a Enzo Cucchi.
Si comincia alle 10,30 con un dibattito dedicato alla componente pedagogica del museo a cui partecipano il presidente della Provincia di Catanzaro Wanda Ferro, l’assessore alla cultura della Regione Calabria Mario Caligiuri, il direttore artistico del Marca Alberto Fiz e Marco Bazzini, direttore artistico del Museo Pecci di Prato, la prima istituzione pubblica italiana a costituire, già alla fine degli anni ottanta, una sezione didattica. Non mancano, poi, le curatrici del progetto che hanno realizzato i laboratori per il museo di Catanzaro, Carmela Porco e Lara Caccia.
“Coinvolgere i più giovani è sempre stato uno degli obiettivi più importanti del Marca e oggi possiamo dire con orgoglio di averlo raggiunto”, spiega Wanda Ferro. “Dal 2009 a oggi sono stati oltre 3 mila gli studenti, da 6 a 16 anni, che hanno partecipato ai laboratori didattici del MARCA a conferma che il museo è un luogo interattivo che consente di far emergere la creatività dei bambini e dei ragazzi.” Anche Alberto Fiz esprime soddisfazione per quanto il museo di Catanzaro ha saputo realizzare: “La didattica è parte integrante della nostra attività espositive e sono le opere degli artisti ad ispirare direttamente i lavori dei più giovani che dimostrano spesso una sorprendente libertà espressiva che gli adulti possono solo invidiare.”
Dopo l’incontro teorico, alle ore 11,30 s’inaugura, alla presenza degli insegnanti e degli studenti, la IV edizione della mostra La Porta Magica. Scuola al Museo (rimane aperta sino al 26 maggio) che rappresenta una sintesi del percorso didattico realizzato sino ad ora dal Marca.
Il percorso del 2011 si è articolato intorno all’opera di Enzo Cucchi, uno dei più significativi interpreti dell’arte europea e protagonista della Transavanguardia. Com’è noto l’artista marchigiano ha realizzato per il Marca un progetto particolarmente ambizioso facendo convivere elementi diversi della sua ricerca visionaria con dipinti, sculture, installazioni e ceramiche. Ebbene, sul fronte della didattica, la mostra di Cucchi ha coinvolto oltre 600 studenti provenienti da sette istituti che hanno dimostrato la loro capacità di essere artisti creando opere originali, libere dai tanti pregiudizi che, talvolta, ostacolano la creatività degli adulti. Le attività didattiche si sono incentrate su alcune delle opere proposte in mostra come la Porta Grande in lamiera e bronzo con 22 sculture appese con elementi provenienti da un mondo immaginario e arcaico. Quelle figure, per nulla prevedibili, con case a forma di pettine, teste senza volti, piedoni con i peli, sono state l’occasione per una sorprendente serie di sculture in argilla realizzate dai ragazzi.
Accanto alle forme plastiche, la mostra proponeva una serie di dittici dove la ceramica convive con la pittura, un ritratto di Vincent Van Gogh e un misterioso dipinto realizzato su rete metallica. Tutti questi elementi sono stati motivo d’ispirazione per i giovani creativi che hanno sperimentato la tecnica della tempera e hanno dipinto con gli stessi colori usati dall’artista. Ma senza mai copiarlo.
Gli studenti delle classi medie, poi, hanno lavorato su reti metalliche di forma quadrata adoperando una guaina liquida bianca con la quale si è ottenuto lo stesso effetto cromatico di Morsa, la grande opera dell’artista che poteva essere letta come una metafora sui destini della pittura.
Accanto alle creazioni ispirate da Cucchi, La Porta Magica propone una selezione di quanto è avvenuto nei laboratori didattici degli anni precedenti. Così, non mancano i ritratti e i paesaggi basati su Reflections, l’esposizione dedicata al grande maestro americano Alex Katz o le opere polimateriche provenienti dall’analisi dell’opera di Antoni Tàpies, un altro protagonista della storia espositiva del Marca. Anche il design di Alessandro Mendini è occasione di analisi e da una delle sue opere più celebri, la Poltrona Proust sono emersi divertenti progetti tridimensionali nati attraverso la sovrapposizione di cubi in polistirolo. Non manca, infine, il rapporto con la fotografia che ha preso spunto dalla rassegna Community. La ritualità collettiva prima e dopo il web. Il laboratorio ha dimostrato quanto siano abili e acuti i giovani reporter digitali che hanno scattate le loro immagini fotografiche nei luoghi più significativi della città di Catanzaro dando vita ad originali composizioni.
Una mostra, dunque, molto ricca di spunti di riflessioni dove i più piccoli insegnano agli adulti a riscoprire la creatività e la libertà dell’arte.