Premiazione Honorati, Lentini: clamoroso autogol della sinistra
"La polemica scatenata dalla sinistra contro la decisione dell’Amministrazione provinciale di conferire un riconoscimento al prefetto Domenico Bagnato e al generale Tito Baldo Honorati a ricordo di quanto fecero sul territorio in anni lontani per contrastare la criminalità mafiosa e la corruzione e per ripristinare la fiducia dei cittadini verso le istituzioni e la legge ha dell’incredibile. - Comunica una nota dell'assessore Lentini - Se dovessimo prendere a prestito la terminologia calcistica, si potrebbe tranquillamente parlare di un clamoroso autogol. In tutta la popolazione provinciale, infatti, non vi è chi non ricordi con gratitudine, per avere vissuto direttamente gli eventi di quel tempo o per averne sentito il racconto da genitori e persone più anziane, l’impegno e la lotta senza quartiere condotta in quegli anni dalle forze dell’ordine contro la mafia, la violenza diffusa, la cultura della sopraffazione e del sopruso. Il riconoscimento era per la vicenda specifica legata alla presenza e ai successi dei due funzionari dello Stato in anni precisi, in un definito contesto storico, in una circoscritta area territoriale, come hanno ben compreso e condiviso sindaci, rappresentanze sociali e istituzionali, singoli cittadini, presenti in larga misura all’iniziativa promossa dalla Provincia. Non era oggetto della nostra valutazione l’intera carriera del prefetto Bagnato e del generale Honorati, su cui ogni differenziazione di giudizio è legittima ed è a nostra perfetta conoscenza. - Continua la nota - Libero ciascuno di scegliere i suoi punti di riferimento. Per noi i punti di riferimento restano i fedeli servitori dello Stato, quelli che hanno dedicato e dedicano la loro vita alla difesa della legalità e dell’ordine democratico, a tutelare il prestigio e l’autorevolezza delle istituzioni, a dare ai cittadini la certezza che lo Stato non cede ed è presente laddove la mafia o le forze dell’anarchia e del ribellismo protestatario vogliono cancellare la legge e sovvertire l’ordine sociale.
Capiamo che per chi ha preferito premiare cattivi maestri, personaggi che hanno predicato per anni la cultura dell’odio contro lo Stato e i suoi rappresentanti, che hanno avvelenato con il loro triste esempio e insegnamento la vita di intere generazioni, sia difficile nascondere il richiamo dell’ideologia da cui provengono e che puntualmente riaffiora. Fa male che questa polemica e questa differenziazione siano state messe in piedi in ore in cui, purtroppo, anche la cronaca nazionale suggeriva unità, senso della misura, responsabilità. - Conclude la nota - Ma se la sinistra insegue ancora i suoi fantasmi ideologici e si colloca fuori della storia la colpa non è di altri. E’ solo sua."