Marziale a Prandelli: “nazionale ad europei un diritto per bimbi italiani”
“Non andare agli Europei significherebbe mortificare quanti al calcio guardano come opportunità di accesso ad una sana pratica sportiva e soprattutto i giovanissimi, che attraverso la competizione insita nel gioco del calcio acquisiscono nozioni fondamentali per il loro sviluppo cognitivo e sociale”: é quanto sostiene il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della Commissione parlamentare per l’Infanzia, in risposta alle provocazioni del CT della nazionale, Sergio Prandelli, a parere del quale l’Italia potrebbe non partecipare all’imminente competizione continentale per effetto del Calcio-scommesse.
Per Marziale: “L’idea dello stimatissimo allenatore rischia di innescare un processo sommario, quand’invece è necessario individuare la cancrena ed estirparla definitivamente e senza perdonismi di sorta”. “Il calcio - conclude il sociologo - è uno sport che alimenta il sentimento di appartenenza nazionale, utile ai bambini e agli adolescenti, che trascorrono il loro tempo ad incollare figurine, guardare partite e videogiocare. Non certo per colpa di un manipolo di disonesti bisogna privarli di un diritto fondamentale, qual è il gioco”.