Ra.Gi.Onlus, terapie espressive: finalmente arriva una legge
Le terapie espressive sono discipline psicoterapeutiche efficaci ed apprezzate nel campo della clinica e della riabilitazione, della prevenzione, della formazione psico-sociale e della transculturazione, sostenute da un preciso iter formatovo e realizzate con professionalità, etica e trasparenza.
Finalmente, la professione degli Arte Terapeuti, sta per essere riconosciuta a livello ministeriale. Dopo l’approvazione alla Camera dei Deputati del 17 Aprile, il progetto di legge 1934, attende ora solo la decisione del Senato in discussione il 21 maggio scorso. Questa significa che i terapeuti espressivi iscritti ad albi professionali come Apid (per la danzamovimentoterapia) Apiart (per l’Arteterapia) Aim (per la musicoterapia) e Arte (per la ricerca delle terapie espressive) le uniche sigle accreditate scientificamente a livello nazionale, saranno tutelati con garanzia di professionalità e trasparenza delle pratiche terapeutiche. Una tutela che riguarda principalmente i pazienti visto che troppo spesso alle presenti figure professionali si affiancano pratiche di vaga e incerta configurazione, poste in atto da soggetti non specificatamente competenti e privi di adeguata formazione professionale la cui diffusione è consentita dalla buona fede degli utenti e talora purtroppo, anche da compiacenze politiche e/o istituzionali che disconoscono conoscenze scientifiche e applicazioni terapeutiche e che troppo spesso si lasciano trasportare da elucubrazioni di compiacenti millantatori.
“La Ra.Gi. Onlus – afferma il presidente Elena Sodano danzaterapeuta Apid e Arte - è in provincia di Catanzaro l’unica associazione accreditata nell’applicazione delle Terapie espressive, la prima che in un contesto sociale fortemente medicalizzato, farmacolizzato e facilmente istituzionalizzante, ha praticato e continua a praticare le terapie espressive in contesti di cura anche molto difficili come le patologie dementigene, le malattie oncologiche, i disturbi del comportamento alimentare, la dislessia, l’autismo. Quindi in attesa della decisione del Senato non posso che essere soddisfatta per le iniziative che a livello nazionale le sigle professionali stanno realizzando per la difesa del nostro lavoro. Intanto il consiglio che posso dare è quello dell’ esibizione del diploma di specializzazione da parte di una sigla accreditata istituzionalmente”. Come quindi tutelare allo stato attuale gli utenti da sedicenti terapeuti espressivi e da pratiche non professionali potenzialmente suscettibili ad arrecare danno a soggetti disagiati? I terapeuti espressivi effettivamente formati secondo i criteri concordati tra le più serie realtà italiane del settore in tutta Italia superano a stento il migliaio.
In Calabria nello specifico i danzaterapeuti accreditati sono a: Cosenza (Ida Rende, Enrichetta Serpe, Caterina Calomino, Liliana Le Piane), Castrovillari (Tilde Nocera), Catanzaro (Elena Sodano), Chiaravalle (Marina Pascuini), Crotone (Rosaria Macri), tutti riconosciuti Apid e Arte. Di questo si è parlato nel corso di un incontro che si è svolto nei giorni scorsi a Roma al quale hanno preso parte i presidenti dei rispettivi albi di appartenenza e numerosi terapeuti provenienti da tutta Italia. Erano presenti Alessandro Tamino, Donatella Mondino e Simone Donnari per Apiart, Giorgio Berloffa e Gabriele Rotini per Cna professioni, Marco D’Alema Airsam, Girolamo Digiglio Aresam, Vincenzo Bellia Arte, Mila Sanna Apid. Nel corso dell’incontro il presidente di Arte prof Vincenzo Bellia ha presentato il decalogo delle buone Prassi nelle Terapie espressive che è stato condiviso da tutti i presenti. Nello specifico Bellia ha sottolineato come: “l’immanenza a una comunità professionale rappresenta una prima importante garanzia di professionalià e che l’associazione, però, deve avere diffusione nazionale e raccogliere esponenti di scuole e pensieri diversificati proprio per dare agli studenti la possibilità di conoscere modelli e pratiche differenti.
Altre forme di riconoscimento professionale sono di validità assai incerta. In particolare le Regioni non hanno competenza legislativa in questo ambito professionale e non esistono in atto standard europei condivisi. La Formazione di base riconosciuta è triennale e per almeno 1200 ore con adeguato molte ore di supervisione effettuata presso una scuola accreditata e con supervisori che hanno svolto una adeguata formazione. Il professionista non è obbligato ad appartenere a un’associazione professionale ma per tutelare i pazienti è importante che la scuola sia accreditata a livello nazionale. Non è sufficiente – ha continuato Bellia - un master universitario perché attualmente l’università italiana non dispone delle competenze per la formazione in questi campi. Inoltre i master non hanno durata sufficiente e non sono specifici per disciplina. Lo psichiatra ha poi posto un’attenzione particolare a guardarsi dalle “catena di scuole di formazione in “franchising” soprattutto se si sono diffuse in brevissimo tempo. Le terapie espressive si riferiscono ad una pluralità di precisi indirizzi teorico-metodologico. Chi pratica in modo generico la creatività senza definire i propri riferimenti metodologici non è professionalmente credibile. Formazione continua ed aggiornamento professionale secondo precisi standard sono requisiti indispensabili per una competente applicazione terapeutica come è importante l’adesione a un Codice Deontologio per la tutela professionale degli associati”.