Giornata Mondiale del Rifugiato: tavola Rotonda a Catanzaro
La FAI – Federazione Associazioni Immigrati in collaborazione con “Associazione Multicolore” - Centro servizi Immigrati ha organizzato ieri una Tavola Rotonda sul tema Emergenza Nord Africa: quale soluzione? Il dibattito sullo stato dell'arte a più di un anno dall'inizio dell'emergenza si è tenuto nella sede catanzarese della cooperativa sociale Promidea che gestisce alcuni centri di accoglienza per richiedenti asilo all'interno del consorzio di cooperative CalabriAccoglie. L'iniziativa è stata organizzata in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato.
Concedere il permesso umanitario ai profughi dell'emergenza Nord Africa non comporta nessun onere aggiuntivo per lo Stato e metterebbe ciascun richiedente in una situazione di legalità, evitando che finisca nella rete degli sfruttamenti. «Cosa pensate possa fare in Italia una donna straniera senza permesso di soggiorno? Nella migliore delle ipotesi raccoglierà arance a Rosarno e pomodori a Foggia». E' la provocazione – riflessione che ha lanciato in apertura di lavori Giuseppe Pugliese, presidente di AfriCalabria. Da mesi ormai, il Tavolo Asilo e una cinquantina tra Enti e Associazioni del sociale si battono affinché ai profughi in fuga dalla Libia venga concesso questo permesso temporaneo convertibile in permesso di lavoro. Soprattutto alla luce delle difficoltà emerse in questi 14 mesi di “emergenza”: un alto numero di dinieghi sulle richieste di protezione internazionale avanzate dai profughi; l'assenza di una prassi uniforme nel trattamento e nella valutazione dell'istanza di ciascun richiedente asilo a tutti i livelli della procedura Questo ha comportato esiti diversi (concessione di protezione o meno) per persone provenienti dallo stesso Paese o con vicissitudini simili oltre che un alto numero di rigetti. A loro volta, le lunghe attese e le notifiche negative hanno innescato situazioni di forte stress psicologico nei richiedenti asilo e una serie di ricorsi legali che rischiano di moltiplicare i tempi d'attesa e rallentare ulteriormente la giustizia.
«In Italia la gestione dei servizi è frammentata e quindi anche le piccole cose diventano complicate» ha spiegato Maria Teresa Napoli della ASP di Catanzaro. Dallo screening dei circa 800 profughi effettuato dall'Azienda sanitaria è emersa una condizione di generale salute fisica, ma con forte stress psicologico. Ciò non significa una popolazione affetta da patologie mentali, significa persone con comuni disturbi post traumatici da stress. «Il processo di guarigione dipenderà dal supporto socio – sanitario e soprattutto dall'integrazione, dalla dignità di vita e dal rispetto» ha concluso Napoli. E l'integrazione non può che realizzarsi attraverso il connubio di diritti e di doveri sia di chi accoglie che di chi è accolto. «Il problema dell'accoglienza è un problema del territorio in toto – ha spiegato Piero Caroleo, direttore della cooperativa sociale Promidea – il nostro obiettivo è creare un tavolo di coordinamento dove ciascun soggetto, in base alle proprie competenze e ruolo sociale, si possa sedere per proporre soluzioni e ottimizzare la gestione». Altrimenti il rischio è il perpetuarsi di situazioni paradossali: donne in stato di gravidanza cui non è stata concessa la protezione, cittadini africani cui il rilascio del documento dipende dagli eventi politico – sociali del Paese d'origine che cambiano in modo repentino di giorno in giorno.
Alla Tavola Rotonda hanno partecipato, apportando il loro contributo quali attori del sistema di accoglienza: Cissokho Soungoutouba – presidente FAI; Giuseppe Pugliese – presidente Associazione di volontariato AfriCalabria; Piero Caroleo – direttore cooperativa sociale Promidea; Tonino Barberio – avvocato ASGI; Maria Teresa Napoli – Coordinatore organismo immigrazione della ASP di Catanzaro; Maria Luisa Mancuso – avvocato CIR Badolato; Antonio Riillo – responsabile dell'accoglienza della cooperativa Archè di Isola Capo Rizzuto (KR); Valentina Gigliotti – operatore legale consorzio CalabriAccoglie. Iniziative a sostegno del rilascio della protezione umanitaria hanno avuto luogo anche in altre zone d'Italia. A Trento, lo scorso 8 maggio, un gruppo di ragazzi fuggiti dalla Libia ha dato vita all'Assemblea dei richiedenti asilo, in collaborazione con un gruppo di italiani. «Chiediamo al Governo di provvedere immediatamente al rilascio del permesso di soggiorno umanitario a tutti coloro che sono stati costretti a fuggire dalla Libia a causa della guerra, attraverso l'istituzione della protezione temporanea (art 20 T.U.) o delle altre forme previste dall'ordinamento giuridico». Uomini e donne in fuga dalla Libia non hanno alcun futuro legale e non possono contribuire con il proprio lavoro al sostegno dell'economia italiana se non viene loro garantito un permesso di soggiorno.