Lettera aperta di Loiero al Presidente di Legambiente Calabria
Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di Loiero al Presidente di Legambiente Calabria.
"Egregio Presidente,
Ho letto nella giornata di domenica il rapporto “Mare Monstrum” 2012 di Legambiente e Le scrivo solo per ricordare, senza alcuna polemica, a Lei ed ai calabresi che tra i primi gesti della mia amministrazione ci fu proprio l’abbattimento di quella bruttura ambientale e di quello sfregio al territorio rappresentato dall’ecomostro di Copanello.
Per noi fu un risultato importate in materia di politiche di legalità ma anche un atto didascalico, un’arma dissuasiva nei confronti dell’abusivismo. Alla presenza del Ministro per l’Ambiente d’allora, Alfonso Pecoraro Scanio, il 16 gennaio 2007, iniziarono i lavori di demolizione di una delle costruzioni abusive, da anni in cima alla classifica italiana degli ecomostri. Per la verità un’ordinanza di demolizione esisteva già dal lontano 1987. Ma solo l’anno precedente era stato firmato un protocollo d’intesa per l’abbattimento, e a fine dicembre dell’anno appena trascorso la Regione aveva siglato col Governo l’Apq Emergenze urbane e territoriali, un piano incisivo per la valorizzazione del paesaggio e la difesa del territorio che riguardava interventi per il recupero dei siti degradati nel quale rientravano Copanello e altri nove comuni; interventi che assumevano un alto valore simbolico, una riconquista della cultura della legalità che non consentiva più speculazione e degrado.
Il cosiddetto alveare fu abbattuto in più plessi, ognuno dei quali era dotato di quattro piani. Fu mantenuto esclusivamente il piano interrato per evitare un disastro maggiore perché altrimenti, come i tecnici ci spiegarono, sarebbe franata la collina. Ricordo inoltre che successivamentenella sede romana della Giunta regionale della Calabria facemmo una seri di d’incontri con le associazioni ambientaliste, fra cui Italia Nostra,dai quali scaturirono importanti riconoscimenti per quanto aveva fatto la Regione su questo punto.
Sono convinto che ancora si sarebbe potuto fare molto di più, data la condizione in cui era la Regione, ma il nostro intendimento fu quello di preservare il territorio dal saccheggio edilizioe tentare di riportarlo ad una parte dell’antica bellezza."