Estate: con la crisi cambiano anche le spiagge
"Con la crisi non si ascoltano più gli inviti a non cambiare spiaggia e mare della nota canzone degli anni sessanta con sei italiani in vacanza su dieci che quest'anno hanno scelto nuove mete rispetto al passato". E' quanto afferma la Coldiretti sulla base di una indagine Swg per l'estate 2012. Nell'anno della crisi il cambiamento causa innanzitutto - sottolinea la Coldiretti - un calo delle vacanze all'estero a vantaggio di quelle sul territorio nazionale scelto da ben l'80 per cento dei vacanzieri. Più di un italiano su quattro (26 per cento) accorcia la vacanza, ma la destinazione preferita per 3 vacanzieri su 4 resta il mare anche se - precisa la Coldiretti - in calo rispetto allo scorso anno, al secondo posto si classifica la montagna con il 15 per cento, al terzo le città d'arte con l'11 per cento e infine in crescita la collina e la campagna con il 6 per cento mentre è indeciso un 4 per cento. Calano quanti scelgono l'albergo o la pensione (37 per cento) ed aumentano quelli che preferiscono la casa in affitto ma soprattutto quelli che si recano nella casa propria o di parenti e amici (24 per cento) e tiene bene l'agriturismo. A cambiare sono anche i pasti con un italiano su tre (33 per cento) che rispetto al passato ha deciso di evitare il ristorante e di cucinare o preparare da solo i cibi da portare in spiaggia. Secondo l'indagine Coldiretti/Swg tra i cibi da spiaggia più gettonati figurano la frutta (74 per cento), i salumi (67 per cento) e i formaggi (57 per cento) con il pane (70 per cento), ma non manca chi sceglie le verdure (33 per cento) o piatti pronti (22 per cento) come pasta e riso freddo, pasticcio e lasagne. Appena l'8 per cento - continua la Coldiretti - preferisce la carne in scatola, il prodotto simbolo delle gite degli anni 60, mentre tra le bevande oltre all'acqua (77 per cento), i succhi di frutta (29 per cento), la birra (28 per cento) e il vino (15 per cento). In aumento - conclude la Coldiretti - sono anche le paninoteche e i take away che più del passato sono preferiti rispetto al ristorante dal 30 per cento degli italiani.