Siderno: piantagione di Marijuana scoperta dalla Gdf

Reggio Calabria Cronaca

I militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Locri nel corso di un quotidiano servizio di controllo del territorio, hanno sottoposto a sequestro una piantagione di marijuana costituita da ben 144 piante di cannabis indica dell’altezza di circa 2 metri. L’illecita coltivazione è stata rinvenuta su un terreno adiacente ad un fabbricato, in palese stato di abbandono, sito nel comune di Siderno in contrada Buonasera.

L’attenzione dei militari è stata attirata da un rudimentale sistema d’irrigazione che si intravedeva attraverso il cancello della proprietà. I finanzieri decidevano di approfondire la situazione arrampicandosi sul muro di cinta che circondava il terreno. Alla vista dei militari si è rivelata una vera e propria coltivazione di cannabis indica premurosamente accudita attraverso un semplice ma efficace sistema di irrigazione che ne permetteva la cura anche senza una presenza costante sul luogo. Del fatto è stato prontamente notiziato il dott. Cirillo, Sostituto Procuratore di turno presso la Procura di Locri il quale ha disposto il sequestro dell’illecita coltivazione e di tutta l’area circostante. I successivi accertamenti, posti in essere al fine di risalire al proprietario del fondo, hanno fatto emergere una situazione decisamente singolare.

Il fabbricato, infatti, con l’adiacente terreno è risultato un bene confiscato alla criminalità organizzata consegnato nel 1998 al Comune di Siderno per i fini sociali previsti dalla legge e da quest’ultimo, successivamente, assegnato ad una associazione di recupero per tossicodipendenti. In precedenza l’area sottoposta a sequestro era nella proprietà di Macrì Vincenzo (meglio conosciuto come u' Baruni, deceduto a Roma nel 2010), elemento di spicco dell'omonima consorteria mafiosa operante a Siderno e nella locride, già condannato a 26 anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Sono in corso le indagini per individuare il responsabile del reato.