La comunità di Platania all’unisono piange la scomparsa Mario Mercuri
Mario se n’è andato da questa terra per salire al Cielo dopo un lungo periodo di sofferenze sopportate con rassegnazione ma anche con tanta fede. La comunità di Platania (Cz) all’unisono piange la sua scomparsa con profondo dolore stringendosi attorno alla madre e ai familiare del ragazzo Mario Mercuri di cui conosceva la triste storia e l’evolversi della malattia, la sclerosi multipla, che lo ha portato alla morte: la difficoltà dei primi movimenti, la carrozzella, la limitazione dei semplici movimenti del corpo che diventavano sempre più difficoltosi fino ad impedirgli di sedersi e infine l’immobilità che lo ha confinato nel letto del dolore per molto tempo.
Di lui ha parlato il parroco don Pino Latelli durante l’ omelia della Santa Messa, celebrata nella chiesa della Madonna del Riposo di Platania, nel corso della funzione funebre, alla quale era presente tutta la comunità platanese addolorata e attonita per l’ accadimento di fatti così tragici ed inspiegabili specie quando riguardano giovani che perdono anzitempo la vita. «Che senso ha una vita che si spegne nel fiore degli anni, che non ti dà il tempo di realizzare i tuoi sogni, i tuoi progetti?». Questa domanda sembra affiorare con insistenza nella mente di tutti. A rispondere a questo interrogativo è lo stesso Mario che con il suo esempio ha dato una straordinaria lezione di amore e di vita. «Il suo nome è Mario, in tanti articoli lo abbiamo chiamato con lo pseudonimo di Emmanuele “Dio con noi”, aveva appena 31 anni quando ha esalato l’ultimo respiro, ed io lo conoscevo da quando ne aveva 24» ha affermato don Pino Latelli tracciando un profilo della vita del giovane scomparso. «Mario - ha continuato - ha accettato la malattia come un dono di Dio, che l’ha chiamato a partecipare in prima persona alle sofferenze di Cristo, portando con intrepida fede la pesante croce della malattia che giorno dopo giorno gli ha colpito gli organi vitali con un progressivo ed inesorabile deterioramento delle funzioni neurologiche fino a paralizzarlo». Il giovane, durante questo calvario, non ha emanato un lamento o un grido o una imprecazione, ma ha accettato la drammatica situazione uniformandosi alla volontà di Dio in cui ha trovato il motivo fondamentale della propria santificazione. «Ha scritto in questo modo - ha aggiunto don Pino Latelli - una meravigliosa pagina di vita cristiana vissuta nell’amore, nella fede e nella speranza».
Accanto a lui costante la presenza amorevole e premurosa della madre, affetta anche lei da sclerosi multipla, che, consapevole della sua incidenza nella vita del figlio, gli ha fatto sentire il suo calore materno trasmettendogli speranza, incoraggiandolo, sostenendolo nel morale. «Il suo volto sorridente - ha ribadito don Pino - ha trasmesso a Mario una gioia immensa e tanta serenità». Accanto a lui non solo tutta la comunità di Platania ma anche le associazioni Unitalsi, tra i quali i suoi angeli custodi Luigi, Francesco e Mario, l’Aism, gli Scout di Platania, i volontari della parrocchia del piccolo paese del Reventino ed Enti come l’Asl di Lamezia Terme la quale ha aiutato Mario e la sua famiglia a portare la pesante croce con la sua vicinanza e la donazione di una carrozzina per permettere a Mario una certa libertà di movimento tra le mura domestiche quando era ancora nella possibilità di farlo. Nel cuore di Mario aleggiava la speranza di poter guarire e ritornare alla vita in tutto il suo vigore, ai suoi cari, ai suoi amici, alla comunità e per questo sognava di andare a Lourdes, definita un’autentica “città del malato e della sofferenza”, per incontrare Maria ai piedi dei Pirenei alla grotta di Marsabielle. Il sogno si tramuta in realtà quando l’ Unitalsi gli dà l’occasione di salire sul treno bianco, per ben due volte ed era sua intenzione tornarci una terza volta, diretto a Lourdes, dove i barellieri e le dame dell’ associazione gli stanno accanto aiutandolo a superare i momenti di difficoltà. Egli vive il pellegrinaggio come esperienza di fede insieme a malati, anziani, disabili, volontari e pellegrini che condividono la quotidianità e raggiunge la meta agognata a cui teneva tanto.
Arrivato alla grotta di Lourdes, Mario vive un’unica, irrepetibile e indimenticabile esperienza ritornando a casa con lo spirito ravvivato dalla luce di Maria di Lourdes e con il cuore pieno di gioia e di ricordi e, soprattutto, con la consapevolezza che la Madonna gli ha concesso l’aiuto necessario per migliorare la sua vita. Mario amava ascoltare la musica e cantare semplici canzoni eseguite in coro con i suoi amici, ed ora, durante le esequie, la banda musicale ha suonato dei brani musicali toccanti che hanno suscitato emozioni indescrivibili accompagnandolo con queste note sublimi all’ estrema dimora.