Marcellinara ricorda Umberto Scalise
E’ noto che il termine “cultura”, nel significato latino di “coltivare” , è esteso a quei comportamenti che riguardano una “cura verso gli dei”, da cui il termine “culto”. E se il concetto moderno di tale termine si intende come bagaglio di conoscenze, Umberto Scalise, nella bella serata che lo ha ricordato, ancora oggi diffonde e promuove cultura recuperando quella dimensione di “culto” che significa amore a Dio e al prossimo. La presentazione del libro “Umberto Scalise. Il malinconico intellettuale di Marcellinara”, organizzata dalle associazioni “Teura” di Tiriolo e “I fili di Arianna” di Marcellinara, in collaborazione col Comune di Marcellinara, è stata animata da autorevoli interventi: Antonio Montuoro, Mariella Scalise, Vittorio Scerbo, Silvestro Bressi, Silvana Scerbo, Mimmo del Sud.
Scalise, insegnante, poeta, intellettuale, uomo di fede, marito e padre di famiglia esemplare, nacque a Marcellinara il 19 novembre 1902. Nel celebre libro “Cuore” si ricorda come il termine “maestro” debba essere il più riverito dopo quello di “padre” : e un bravo maestro, come fu Umberto Scalise, ha davvero tanto da dare all’intera collettività: questo monito diventa uno straordinario stimolo al mondo della scuola in un momento particolare come quello attuale, da più parti definito di “emergenza educativa”, in cui occorre saper andare al cuore degli studenti per elevarne la crescita in valori e umanità, per esaltarne potenzialità e capacità di crescita a beneficio dell’intera società.
Lasciata l’amata Marcellinara per la sede di insegnamento laziale di Fiumicino, dove costruì la casa per la famiglia che si era formato, Scalise ricevette premi per la grande dedizione profusa al fine di elevare il tono della vita negli ambienti in cui prestava il suo insegnamento; fu anche nominato direttore didattico. Nel 1972 pubblicò per le Edizioni Paoline “La tavola pitagorica…che divertimento”, un singolare volumetto che consente di rendere più facile e più gradevole l’apprendimento delle tabelline. Altra interessante pubblicazione dello Scalise è una raccolta di poesie in vernacolo marcellinarese “ H. iuri ‘e jinostra (Fiori di ginestra), cui soggetto principale è il paese natio, quella Marcellinara amatissima e custode della sua infanzia e di cui conserverà e tramanderà i grandi valori. Umberto immagina il ritorno al paese dopo ben trenta anni di assenza, anche se per lui Marcellinara era “l’eterno presente”, come ci ha rivelato la figlia, Mariella Scalise. In tempi particolarmente difficili Umberto si prodigò per alleviare disoccupazione e miseria. Nel dopoguerra organizzò, a Fiumicino, un servizio di refezione per duecento bambini poveri rifiutando ogni retribuzione per le sue prestazioni. Avviò anche doposcuola, corsi di taglio e cucito.