Unical: convegno “Particelle femminili nell’universo scientifico”
È stato un convegno particolarmente importante, che ha posto l’accento sul ruolo e sulla presenza “rosa” nella ricerca. Un argomento di cui si dibatte ancora troppo poco. L’incontro, che s’è svolto nella sala multimediale della Biblioteca di Area Tecnico-scientifica dell’Università della Calabria, ha cercato di dare una risposta a questa domanda: “Particelle femminili nell’universo scientifico: isolate, elementari o fondamentali?”
Ad arricchire la conversazione – curata da Marcella Giulia Lorenzi - anche le testimonianze di altre donne protagoniste nel mondo della ricerca, dalla docente Patrizia Piro, una delle poche ma autorevoli voci femminili nel mondo tradizionalmente maschile delle Costruzioni idrauliche, molto attiva a livello internazionale, a Margherita D’Aprile, colonna storica dell’UniCal da poco in pensione, che nel 1972 apriva i corsi di Matematica dell’Ateneo, passando per Emilia Sicilia, docente di Chimica inorganica e generale con applicazioni di chimica teorica e computazionale e di modellistica molecolare. Inoltre Giuseppina Garofalo, Denise Perrone e Maria Zaccaro hanno riportato il punto di vista rispettivamente della giovane ricercatrice con significative esperienze all’estero (ha ottenuto il dottorato di ricerca in Ingegneria e Scienze ambientali all’Università della Florida, negli Stati Uniti), della dottoranda (in Fisica dei Sistemi Complessi applicati all’Astrofisica), della studentessa di Corso di Laurea magistrale (dopo la Laurea con Lode in Matematica).
Rappresentanti di una università in cui, come ha spiegato il Rettore Giovanni Latorre, le donne sono spesso più attive e motivate dei loro colleghi uomini, anche se purtroppo riscontrano più difficoltà di inserimento ed ancor più di carriera mondo del lavoro, anche se in misura minore rispetto al passato. Da qui l’auspicio di una maggiore parità e collaborazione per la crescita del territorio, già carico di problemi storicamente radicati, e dell’intera società.
Problemi reali, fatti e stereotipi, che una volta potevano segnare il destino di una donna, allontanandola dalle sue vere aspirazioni per un ruolo attivo unicamente in ambito familiare, come succedeva quando la relatrice, che si autodefinisce una “donna girovaga e curiosa”, affrontava i suoi studi in area scientifica. Vanna Galassi, fiorentina, laureata in Fisica, già insegnante di Elettronica, Chimica e Informatica, con attività di ricerca presso l’istituto Nazionale di Ottica di Firenze, dal 1997 è stata project manager nel progetto pilota “WOTEC – Tecnologia è donna”, finanziato nell’ambito del Programma Europeo Leonardo da Vinci per la formazione professionale, riguardante l’organizzazione di attività di orientamento e formazione per bambine e giovani donne in aree tecnico-scientifiche ed è attualmente docente presso UNIDEA, l’Università degli Adulti di Pisa, oltre a dedicarsi ad esperienze educative e di aggiornamento anche in campo sociale.
Dalla sua ricca presentazione, emerge una costellazione (raffigurata visivamente intorno alle stelle della Croce del Sud, emblematicamente sempre presente nel cielo, sebbene non visibile all’emisfero opposto) di donne, che hanno collaborato sempre e comunque con gli uomini per lo sviluppo scientifico e tecnologico della nostra società, anche se storicamente le tracce sono piuttosto labili, ma indelebili se cercate e lette con uno sguardo più attento e mirato nella giusta prospettiva.
Sulla traccia delle prime conquiste scientifiche - dalla misura del tempo alla trasformazione del cibo - e delle prime invenzioni tecnologiche – dalla creazione di utensili alla costruzione di un’abitazione comoda - questo panoramico excursus storico è partito dalla carriola di Eva, cioè dall’idea della prima donna di aggiungere una sezione di tronco ad una barella affinché Adamo non avesse bisogno del suo aiuto per trasportare materiale, ricordando numerose scienziate dall’antichità ad oggi. Riassumendo, la scienza, che descrive, definisce, e, quando possibile, spiega l’universo, la materia, gli organismi, le leggi fisiche che lo governano, avanza con un lento e difficile processo di osservazione, sperimentazione e scoperte che è stato parte integrante dell’attività umana fin dal principio, e in cui le donne hanno sempre giocato un ruolo essenziale. Nonostante ciò, si è sempre pensato alla storia della scienza come ad una storia di uomini, anche se tra la moltitudine di persone che vi hanno contribuito erano donne, la cui storia rimane di fatto pressoché sconosciuta.
Da qui la proposta di una riflessione e revisione storica per superare gli stereotipi correnti su donne e scienza, per recuperare la storia delle presenze femminili nelle scienze, ma anche per superare le insicurezze indotte e sostenere con una base riconosciuta quante oggi si trovano a sentirsi particelle isolate in un universo maschile.
Un partecipato ed emozionale scambio di esperienze, idee, e speranze con il pubblico presente ha concluso coralmente l’incontro. Con la promessa che questo sia un punto di partenza per una maggiore consapevolezza da parte delle donne ed una giusta ricollocazione di fatti, eventi e persone, non attraverso inutili quanto ancor più discriminanti iniziative di “pari opportunità” o “quote rosa”, ma con un cammino comune al fianco degli uomini con pari dignità nell’intreccio tra scienza e vita, sotto lo stesso cielo.