Sindacati a Catanzaro: il lavoro prima di tutto
È stata la "giornata della speranza per la Calabria", come l'ha definita il segretario aggiunto della Cisl, Giorgio Santini. La manifestazione regionale unitaria, voluta da Cgil, Cisl e Uil a Catanzaro, è stata soprattutto l'occasione per rilanciare i tanti temi di una regione in crisi. In difficoltà ancora più marcate rispetto ad una condizione di disagio che vive tutto il Paese, ma che, secondo i sindacati, non può e non deve essere abbandonata a se stessa. Le parole chiavi sono state lavoro, sviluppo, legalità e lotta alla povertà, scandite in piazza Prefettura dal segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, dallo stesso Santini, dal segretario confederale Uil, Guglielmo Loy, e dai segretari regionali della Triplice.
Davanti al palco le bandiere e gli striscioni di migliaia di lavoratori e disoccupati, meno di dieci mila secondo fonti della questura, più del doppio secondo gli organizzatori. Tanti anche i sindaci con la fascia tricolore, i gonfaloni di diversi comuni, i parlamentari e consiglieri regionali; innumerevoli le adesioni di associazioni e anche delle Diocesi di Catanzaro e Reggio Calabria. Qualche polemica, invece, sull'adesione della giunta regionale calabrese, a cui i dirigenti sindacali, dal palco, hanno lanciato un appello a fare "cose concrete per questa terra". Ed in una regione stravolta dalle ultime vicende legate ai rapporti tra politica e mafia, a partire dallo scioglimento del Consiglio comunale di Reggio Calabria, il messaggio dei sindacati è stato netto soprattutto nei confronti degli amministratori, a cui è stato chiesto di modernizzarsi, di cambiare pagina, di compiere quella rivoluzione culturale necessaria per uscire dalle secche. Una difesa dell'orgoglio calabrese e meridionale, come ha sottolineato Susanna Camusso rivolgendosi direttamente alla Lega Nord: "Il Paese non ce la fa se non ripartono le aree che sono in difficoltà. E non è vero che la Calabria non ce la fa, la Calabria deve farcela, e questa di oggi ne e' la dimostrazione".
Il corteo, lungo poco meno di un chilometro, è partito poco dopo le dieci dalla piazza dei Giardini di Catanzaro, raggiungendo un'ora dopo la piazza del comizio. Tanti gli striscioni a segnare le vertenze innumerevoli che caratterizzano sia il pubblico che il privato: dai lavoratori socialmente utili ai forestali, dai precari della sanità a quelli delle municipalizzate (a partire da quelle di Reggio Calabria coinvolte nelle bufere giudiziarie per le presunte infiltrazioni mafiose). E poi le aziende private: dai miraggi dei call center che hanno seminato in questa terra migliaia di giovani senza più un lavoro, alle tante piccole e medie aziende che non trovano più mercato. Un centinaio i pullman giunti da tutta la regione, con un servizio d'ordine gestito da 200 uomini tra polizia e carabinieri, un elicottero, con vigili del fuoco e Croce rossa per le emergenze. La chiusura affidata a Susanna Camusso e' stato un incoraggiamento a non mollare, ma anche una sferzata alla classe politica calabrese ed a quella nazionale, "affinché trovino la capacità di guardare con maggiore attenzione e con scelte lungimiranti, ai quotidiani problemi delle famiglie e dei giovani. In Calabria, come in tutto il resto d'Italia.