Caruso e Caligiuri in visita al museo di Lilio
È un traguardo importante per la Calabria che alza la testa e punta sulla cultura e su un cittadino calabrese per molti secoli ignorato. A partire da oggi in Calabria il Calendario lo chiameremo "Liliano-Gregoriano". Un grazie particolare all'assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri, che ha creduto sin dall'inizio in questo nostro sforzo, al relatore del progetto di legge, il presidente Nazareno Salerno e a tutti i consiglieri regionali che, votando a favore hanno creduto in una iniziativa che non aveva e non ha colore politico ma che persegue due obiettivi: uno, recuperare il gap storico che per secoli ha lasciato nell'oblio la figura del nostro illustre concittadino; due, stimolare negli stessi calabresi la conoscenza della storia e la riappropriazione del proprio passato, della propria identità e quindi delle più autentiche e durature occasioni di sviluppo sostenibile della città, del territorio e della regione.
Per quei pochi che hanno ritenuto di votare inspiegabilmente contro, questo risultato serva da stimolo quanto meno a leggersi la storia della riforma del calendario gregoriano per provare a capire l'importanza di questa giornata e l'occasione,per loro persa. Abbiamo parlato di Lilio in questi 5 anni in tutta Italia iniziando dalla Biblioteca Nazionale di Roma. – Non è una giornata di polemica – aggiunge il vicesindaco Francesco Paletta – ma di condivisione. Dispiace,tuttavia, che in sede di approvazione qualche consigliere regionale abbia cercato di sminuire una legge di tale importanza dal punto di vista del riscatto culturale di questa regione.
È, questo, il commento a caldo del sindaco Caruso appresa, nella serata di ieri (mercoledì 24 ottobre), dall’assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri la notizia dell'approvazione delle leggi sul calendario Liliano da parete del Consiglio Regionale. A festeggiare nel Museo nazionale dedicato a Lilio, nel centro storico della città del vino, c’erano anche il vicesindaco Francesco Paletta e gli assessori Giuseppe Mazziotti e Mario Romano.