Confidi: Coldiretti manovra recessiva verso le imprese della provincia di Catanzaro
“Prendiamo atto che i rappresentanti delle categorie produttive in seno alla Camera di Commercio di Catanzaro, in contraddizione con quello che quotidianamente lamentano e cioè l’enorme difficoltà di accesso al credito, hanno fatto fronte comune sulla scelta operata dall’Ente Camerale di Catanzaro di cancellare, posticipandola, la somma di unmilione di euro per potenziare le garanzie offerte dai Consorzi di garanzia Fidi operanti ex art. 107 Testo Unico bancario”. Così, il Presidente della Coldiretti di Catanzaro-Crotone- Vibo Valenzia Roberto Torchia, esordisce nel commentare la replica congiunta fatta dalle categorie presenti in Camera di Commercio. Una cosa è certa –prosegue Torchia – la “casa delle imprese” in presenza di una conclamata rarefazione del credito bancario, non ha tenuto fede ad impegni presi in documenti ufficiali (manovra assestamento Bilancio di luglio scorso) per contrastare la stretta creditizia e di fatto ha posto in atto una “manovra recessiva” verso le imprese della provincia di Catanzaro, che il presidente Abramo in una recente relazione ha definito “la provincia meno performante della nostra regione”.
La rappresentante della Coldiretti in seno al Consiglio ha ben riferito e capito quanto accaduto, tanto è che si è astenuta ed insieme a lei stessa cosa ha fatto il rappresentante dei consumatori. Le critiche della coldiretti sono ben giustificate, l’impresa in quanto tale può esistere, oggi più che mai, quando è messa nelle condizioni di accedere al credito per affrontare al meglio il mercato. Non era quindi irrilevante–continua Torchia – sia l’effetto moltiplicatore che poteva generare il finanziamento della Camera di Commercio che il segnale per le altre Istituzioni in primis la Regione. Insomma, la casa delle imprese, ha perso una buona occasione per fare da traino. Invece, lo ribadiamo, solo annunci sull’accesso al credito invocando novità sul piano normativo ed atti regolamentari da compiere.
Il tempo però vi è stato e perché non è stato fatto? Mentre le imprese sono stritolate, per il territorio di Catanzaro, non si spendono energie a loro favore, mentre invece altre Camere di Commercio in Italia, come abbiamo ampiamente documentato, scelgono la strada di confermare e potenziare i finanziamenti. L’accorpamento dei confidi per coldiretti resta uno slogan in quanto tra l’altro essi dipendono da scelte precise che devono operare le categorie interessate e le imprese che liberamente vi aderiscono. Accorpare tra l’altro –continua Torchia – non significa raggiungere in automatico i parametri per essere classificati a norma dell’art. 107 del Testo Unico, quindi risulta incomprensibile come la Camera di Commercio, frapponga ostacoli a chi è in regola con le norme.
E’ quindi irrealistico e nessuna legge lo può prevedere, pensare ad un unico Consorzio Fidi fatto da tutte le categorie produttive a meno che qualcuno non pensa di mettere “l’anello al naso” alle imprese, per assecondare un disegno egemonico calato chissà da dove. Pertanto –conclude Torchia – non chiediamo solo di accelerare ma di aumentare le risorse destinate, perché la Camera di Commercio vive delle quote pagate dalle imprese operanti sul territorio provinciale, che hanno il diritto di avere oltre ai servizi, opportunità come l’accesso al credito. Questa è la declinazione di “bene comune” al servizio del territorio che non è la cura di meri interessi particolari.