Coldiretti: Palazzo Alemanni stretto nella morsa delle proteste

Calabria Attualità

Non passa giorno che Palazzo Alemanni non sia assediato per rivendicazioni ed emergenze occupazionali. Quasi una perenne “unità di crisi”, dove si consumano i soliti riti o litanie, per trovare di volta in volta soluzioni, per lo più tampone, a richieste, che vanno poi ad appesantire vincoli e cifre del bilancio e pregiudicano il futuro senza una reale inversione di tendenza. Si devono invece aprire – commenta Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria - le porte per quella che definiamo vera, sana e buona occupazione e quindi orientare le politiche pubbliche partendo dalla evidenza che la Calabria è una regione agricola.

Questo bisognerebbe fare e non- continua - come vorrebbero alcuni, di fantomatici, irrealizzabili e faraonici progetti infrastrutturali che già nel passato hanno impoverito il territorio violentandone le potenzialità e creando illusioni o peggio stringendo in una morsa la regione che deve tutelare solo il lavoro pubblico. Il rischio che si intravede è che ci si arrocchi nel difendere rendite di posizione e si pensa al futuro con lo sguardo rivolto al passato. La crisi è vero che morde, ma l’agricoltura c’è e senza troppi piagnistei. Fino ad ora responsabilmente si è fatta carico delle difficoltà, ma fino a quando questo sarà possibile? Se basta protestare –ammonisce Molinaro – per entrare come problema da affrontare “nell’unità di crisi” si sappia che sappiamo farlo! Testimoniamo una agricoltura da primati, che innova, sa rigenerarsi e che ha un volto sempre più giovane e che guarda alla crescita complessiva dei territori.

Questa è la direzione di marcia che traccia il presidente della Coldiretti Calabria confortato dai dati economici. Se la Calabria vuole uscire dalla crisi deve puntare sui propri talenti, sulle cose che sa fare, sul territorio e sulle produzioni agroalimentari di qualità – insiste Molinaro - il valore del cibo come bene comune è l’unico che possa garantire uno sviluppo sostenibile della produzione alimentare fondato sui territori coniugando i principi di sovranità e sicurezza alimentare con quelli di equità e accessibilità per tutti. È attorno a questo che l’agricoltura concilia gli interessi delle imprese con quelle dei cittadini e della collettività.

L’Italia può contare su una agricoltura che produce più valore aggiunto ad ettaro del mondo con un immenso patrimonio di produzioni - prosegue Molinaro – punti di forza che fanno della Calabria una regione di grandi potenzialità. Le innovazioni e le scelte strategiche dei bandi da poco presentati dal Dipartimento Agricoltura sono certamente una buona notizia ma da soli non bastano. Subiamo concorrenza sleale e paghiamo prezzi altissimi per il “falso Made in Calabria” che toglie dalle nostre tasche qualcosa come unmiliardo di euro annuo. Per questo parliamo prevalentemente di politiche e non di risorse anche perché abbiamo le idee chiare sulla Calabria che vogliamo. Caro governatore Scopelliti -è l’appello e la sfida di Molinaro - per una Calabria vincente non ci sembra di chiedere molto. Adesso occorre il suo coraggio.