Lettera contro il vescovo Graziani, veleni in curia a Crotone
Nelle curia arcivescovile di Crotone da qualche giorno tiene banco la discussione su una lettera che quattro sacerdoti hanno inviato al cardinale Angelo Bagnasco per mettere in discussione l’operato del vescovo monsignor Domenico Graziani. È bene precisare che si tratta di una lettera che è in circolazione da qualche mese, che non porta alcuna firma (e forse per questo non ha ottenuto alcuna risposta) e che solo recentemente è balzata agli onore della cronaca.
Che la situazione all’interno della curia non fosse tranquilla non era certo un mistero, ma vedere il malessere riversato su una lettera, nero su bianco, ha fatto un certo effetto, anche per la durezza dei toni utilizzati nella missiva.
In un passaggio, infatti, i quattro sacerdoti, subito ribattezzati “i corvi della diocesi”, con riferimenti ai recenti avvenimenti in Vaticano, scrivono che “Sua eccellenza Graziani è convinto di avere dei dipendenti, non dei fratelli nel sacerdozio”. Continuando, nella missiva i quattro preti ribelli sottolineano che “a distanza di cinque anni dal suo trasferimento da Cassano a Crotone la Diocesi non sa ancora in quale direzione andare. I buoni propositi si sono rivelati nella maggior parte dei casi proclami inefficaci e sterili”.
Subito dopo che la lettera è venuta alla luce, sono partite le fazioni, tra chi difende a spada tratta l’arcivescovo Graziani, e chi, seppur con toni diversi, evidenzia che i quattro “corvi” in fondo non hanno tutti i torti.
Ad ogni modo, al di la dei contenuti della missiva, questo dei corvi in curia rischia di essere il giallo più in voga dell’inverno, prossimamente in tutte i cinema, anzi, in tutte le edicole.