Cosenza: il Consiglio comunale concorda sull’adesione al fondo Salva Comuni
Venti voti favorevoli e cinque astensioni (Mazzuca, Sacco, Frammartino, Formoso, Cipparrone) sono lo specchio di una scelta inevitabile, che comporta degli oneri ma apre anche delle opportunità. Così il Consiglio comunale di Cosenza, dopo la lucida e analitica relazione dell’assessore alle politiche economiche Luciano Vigna, ha approvato la decisione dell’Amministrazione comunale di aderire formalmente al fondo Salva Comuni. La relazione di Luciano Vigna
“Nella seduta di qualche settimana addietro il Consiglio comunale ha analizzato gli aspetti critici che venivano fuori dalla relazione della Corte dei Conti sui dati consuntivi del 2010, oggettivamente preoccupanti soprattutto in relazione al modificarsi del contesto normativo, che oggi non ammette più quei disequilibri economico-finanziari che prima erano possibili. L’atto della Corte dei Conti era il primo passaggio che molto probabilmente avrebbe portato l’Amministrazione al dissesto finanziario. Abbiamo potuto scongiurare queste evento perché abbiamo impresso una inversione di marcia in questo anno mezzo nel quale gli organi di controllo hanno potuto verificare come questa Amministrazione abbia intanto raggiunto un obiettivo quasi impossibile cioè il rispetto del patto di stabilità e verificato il percorso di eliminazione delle criticità più importanti, la mole di residui attivi risalenti ormai a 10-15 anni di anzianità. Dinanzi ad un bivio questa Amministrazione si è assunta responsabilità importanti, essendo l’obiettivo quello di percorrere tutte le strade possibili del risanamento.
La crisi ha reso quasi inevitabile il ricorso a questo strumento che chiede ai Comuni un percorso di chiarezza, evidenziando tutte le partite debitorie che non si riuscivano a inserire nei bilanci di previsione e nei consuntivi. Oggi il Governo ha deciso di fare un investimento importante ma chiedendo chiarezza e trasparenza.
Possiamo dunque risolvere definitivamente pendenze che risalgono all’84 e immaginare un progetto di risanamento che durerà 10 anni.
Nella bozza di delibera, oggi oggetto di approvazione, si evidenzia una sorta di stima della situazione di disequilibrio che da un lato è data dalla presenza di residui attivi e del fondo di svalutazione che nel consuntivo di Cosenza ha un peso notevole. Non è facile analizzare negozi giuridici risalenti a 15 anni fa ma in questa prima valutazione sono stati tirati fuori 7 milioni e 600mila debiti fuori bilancio per lo più frutto di decreti, precetti e atti ingiuntivi, e non addebitabili a questa Amministrazione. Abbiamo anche evidenziato le possibili criticità che potranno venire fuori da qui a qualche mese. Tutti i rapporti non sono di per sé configurabili come debiti fuori bilancio, vi saranno anche rapporti d fornitura che saranno comunque oggetto di valutazione per poi procedere alla copertura dell’obbligazione.
Oggi comunichiamo l’adesione al percorso, con quali oneri ed onori.
Gli oneri prevedono l’approvazione del Consiglio, entro 60 giorni, di un Piano di riequilibrio della durata massima di 10 anni. Significa ipotizzare la nostra struttura di bilancio come quella di una società, una sorta di business plane di un ente pubblico, che prevede gli indirizzi di questo Comune partendo dal risultato che si vuole ottenere, perchè nei dieci anni ci viene chiesto di diventare un comune virtuoso. La stessa Corte dei Conti ci invierà una sorta di manuale grazie al quale potremo disegnare questo percorso. Nell’immediatezza, cioè nei prossimi 3 anni, è chiesta la riduzione del 10% delle spese per prestazioni di servizi, e la riduzione del 25% delle somme che l’Amministrazione riserva e trasferisce a soggetti terzi. Nel contempo è posto il divieto di accendere mutui proprio per tenere sotto soglia il cosiddetto indebitamento e, come elemento cruciale, è previsto un adeguamento della tassazione locale.
A questo proposito devo però smentire le voci di aumenti dei tributi locali in conseguenza di questa scelta. Dal 1° gennaio i Comuni come il nostro vedranno nascere un nuovo tributo, la TARES, una tassa che impone il processo di normalizzazione, che significa equiparare i ricavi ai costi. Starà a noi ridurla, aumentando la platea dei contribuenti rispetto alle sacche di evasione totale e razionalizzare servizio attraverso la raccolta differenziata e gli investimenti che fortunatamente questa Amministrazione sta portando avanti da un anno e mezzo. Stesso discorso per le utenze idriche tenendo conto dei limiti oggettivi legati alla dispersione.
Le opportunità. La contribuzione del Governo per un massimo di 300 euro ad abitante che, si badi bene, non è un’elargizione a fondo perduto ma un prestito da restituire in 10 anni. Lo scopo è dare all’ente locale la possibilità di utilizzare in maniera speculare queste risorse. Poi possibilità per l’ente di accendere l’unico mutuo consentito presso la Cassa depositi e prestiti, quello per la copertura dei debiti fuori bilancio, in questo caso riguarderà la copertura non solo dei debiti per lavori ma anche per cosiddette prestazioni di servizio. Ci sarà una fase di monitoraggio semestrale da parte della Corte dei Conti. L’impegno che ci assumeremo da qui a 60 giorni prevede stati di avanzamento e obiettivi, non raggiungendo i quali si va verso il dissesto.
Il Piano di riequilibrio prevederà risultati già nei primi 3 anni, anche a contesto normativo immutato, e sono convinto che nell’ambito della spesa ci siano ancora importanti sacche da tagliare, ci sono spiragli sia per la riorganizzazione della spesa che per il miglioramento delle entrate. L’analisi del Piano deve coinvolgerci tutti perché disegnerà il futuro finanziario della città. Non abbiamo discusso di debiti fuori bilancio perché di fronte ad un dato previsionale che abbiamo al 30 novembre, oggi, anche grazie ad un indirizzo importante della politica, abbiamo tirato fuori la mole debitoria e, vista l’entità, siamo di fronte alla impossibilità di trovare una copertura ordinaria.
Un risultato positivo forse sarà immediato perchè nella stessa delibera del Piano chiederemo l’anticipazione sul fondo, proprio per dare risposte immediate. Da qui a gennaio cercherò di stringere i tempi per discutere i debiti e il Piano di riequilibrio. Mi auguro che con il nostro sforzo di oggi, chi governerà fra dieci anni guiderà un comune virtuoso”. Subito dopo la relazione, in assenza di dibattito e dichiarazioni di voto, si è proceduto alla votazione. Il Consiglio è stato poi aggiornato, su richiesta del consigliere Massimo Commodaro.