Quintieri su casa circondariale di Catanzaro Siano
Non è solo più un fatto di civiltà, non più soltanto una questione umanitaria, ma un problema di vera e propria illegalità. La Casa Circondariale di Catanzaro Siano è una prigione illegale come tante altre sul territorio nazionale dove i detenuti sono costretti a vivere in condizioni disumane, crudeli e degradanti tanto da indurre al suicidio quelle persone che, sfortunatamente, ci sono finite dentro.
Lo ha dichiarato l’Ecologista Radicale Emilio Quintieri. L’ultimo a togliersi la vita è stato il povero Gourram Hicham, classe 1980, arrestato dai Carabinieri di Rocca di Neto (Crotone) lo scorso mese di marzo con l’accusa di tentato omicidio (pare avesse accoltellato un suo connazionale) ed ancora in attesa di giudizio. Si è impiccato nella sua cella dove, a quanto sembra, fosse allocato da solo. Eppure è strano perché quel carcere è gravemente sovraffollato; infatti, a fronte di una capienza regolamentare di 354 posti, vi sono rinchiuse circa 600 persone, 330 dei quali appartenenti al Circuito dell’Alta Sicurezza perché imputati o condannati per gravi fatti di terrorismo e criminalità organizzata. I detenuti sono costretti a vivere per 20 ore al giorno chiusi in delle piccolissime celle destinate normalmente per 1 detenuto ed invece occupate da 3 persone con letti a castello, tavoli, sgabelli ed armadietti che non permettono loro nemmeno di muoversi ed alla Polizia Penitenziaria in servizio nei Reparti di poter effettuare nemmeno adeguati controlli.
Proprio nei giorni scorsi – prosegue il cetrarese Quintieri – avevo ricevuto una lettera da parte di un giovane detenuto ristretto a Catanzaro Siano con la quale mi chiedeva aiuto descrivendomi tutte le problematiche esistenti in quel Carcere ivi compresi gli abusi ed i pestaggi che qualche Agente della Polizia Penitenziaria si permetterebbe il lusso di compiere ai loro danni. Mi narrava il fatto che, nonostante le condizioni meteo-climatiche non sarebbero stati accesi ancora i riscaldamenti e molti di loro, specie i più sfortunati, costretti a patire anche il freddo. Ma non solo. Infatti, e non è solo un detenuto a lamentarsi di questo, sarebbe mal funzionante la caldaia con la conseguenza che dovrebbero rinunciare persino a fare la doccia per la mancanza dell’acqua calda oppure a farla gelata. Infine, l’orario della doccia coincide con il tempo destinato all’ora d’aria perciò i detenuti che scelgono di lavarsi (seppur con l’acqua fredda !) sottraggono del tempo ad una delle poche attività di socializzazione alle quali gli è consentito accedere. Sempre secondo quanto mi è stato riferito, non gli verrebbe consentito – specie a chi proviene dalle altre Regioni e non riceve le visite dei familiari – di poter usufruire di servizi come la lavanderia costringendoli ad indossare indumenti sporchi per molti giorni.
Addirittura che fuoriuscirebbero i liquami fognari nei cortili destinati ai “passeggi” soprattutto in quelli destinati ai detenuti ad Alta Sicurezza rendendo impraticabili gli stessi e che, fatto gravissimo, sarebbero presenti numerosi topi e blatte in tutti i Reparti Detentivi tant’è vero che la popolazione detenuta nel tentativo, spesso vano, di impedirne la penetrazione nelle celle, ha allestito delle rudimentali barriere alle finestre che si notano anche dall’esterno. E’ del tutto evidente che la presenza di tali animali costituisce un certificato rischio che possano diffondersi malattie infettive tra cui la letale leptospirosi, volgarmente nota come “febbre dei porcai”. Ulteriori rimostranze dei detenuti che mi sono state fatte – aggiunge l’Ecologista Radicale – riguardano l’insufficienza dell’assistenza medico – sanitaria e psicologica prestata nei loro confronti, assurde limitazioni da parte della Direzione, la mancata concessione di permessi di qualunque genere e tipo da parte del Magistrato di Sorveglianza, l’eccessiva umidità dei Reparti e delle camere detentive a causa della perenne infiltrazione di acqua piovana ed il rigetto ripetuto di richieste di trasferimento in Istituti più vicini alle famiglie o dove sia possibile svolgere particolari corsi di studio. Come si può ben capire i reclusi a Siano (ma non solo) sono tenuti dallo Stato in delle vere e proprie condizioni di tortura, severamente proibite oltre che dall’Ordinamento Costituzionale anche dal Diritto Convenzionale Internazionale. Ed il nostro paese lo sa bene perché dal 1959 ad oggi è stato condannato circa 2.200 volte dalla Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo e, all’interno degli Stati membri dell’Unione Europea, detiene il primato per le condanne relative alle condizioni dei detenuti mentre è secondo rispetto a tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa, precedendo persino la Russia.
Per tutti questi motivi, ho sollecitato la presentazione di una dettagliata Interrogazione Parlamentare ai Ministri della Giustizia e della Salute Paola Severino e Renato Balduzzi che, nei prossimi giorni, verrà depositata al Senato della Repubblica e una Visita Ispettiva da parte dei membri del Parlamento. L’atto di Sindacato Ispettivo sarà presentato come primo firmatario dal Senatore Radicale Marco Perduca, Segretario della Commissione Giustizia e membro della Commissione Straordinaria per la Promozione e Tutela dei Diritti Umani del Senato e cofirmato dai Senatori Donatella Poretti (Radicali), Salvo Fleres (Grande Sud), Roberto Di Giovan Paolo e Francesco Ferrante (Partito Democratico). Non escludo – conclude l’Ecologista Radicale Emilio Quintieri – di coinvolgere anche il Gruppo Parlamentare dei Verdi in seno al Parlamento Europeo per una Interrogazione in merito alla Commissione Europea come già accaduto in altre circostanze perché la legge in questo Carcere come in tanti altri della Calabria e dell’Italia è violata e non si può continuare a far finta di non vedere che sia così e, soprattutto, non si può continuare a custodire così delle persone, la cui maggioranza è in custodia cautelare e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva.
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