Reggio, la magia del Presepe Vivente alla scuola di Archi Cep
Carbonai, panificatori, tessitrici e ricamatrici, artisti della creta e dell’argilla cioè gli antichi “bumbulari” essenziali nella vita rurale di ieri, fabbri, calzolai, arrotini, falegnami: sono alcuni dei tanti antichi mestieri rappresentati nell’emozionante Presepe Vivente allestito nella scuola dell’infanzia e primaria di Archi CEP a Reggio Calabria.
La magia della rappresentazione sacra sarà rinnovata sabato 29 dicembre sulle ali del successo dello spettacolo tenuto sabato scorso e del grande entusiasmo di docenti e allievi della scuola diretta dalla dottoressa Serafina Corrado, e dei tantissimi genitori che hanno collaborato attivamente nelle settimane passate nel costruire il felice percorso didattico.
Nelle diverse aule scolastiche via via si sono osservate stiratrici con l’antico ferro a carbone, operose lavandaie raccolte accanto al ruscello e intente a strofinare i panni con sapone d’olio d’oliva e cenere, stallieri di pony, e la mangiatoia del Bambin Gesù attorno cui in adorazione si sono inginocchiati pastorelle e angioletti e i Re Magi. Ben 14 scene di vita quotidiana, quasi cento figuranti e tanti e tanti oggetti, prodotti dell’orto e vari generi di frutta, attrezzi per la pesca, per la realizzazione e la riparazione di scarpe e stivali, sono alcuni dei numeri e delle caratteristiche dell’emozionante rappresentazione sacra.
Il progetto sviluppato dalla scuola reggina ha il titolo “Vivere il Natale” ed è diretto da Suor Imma Salvi, ha avuto realizzate diverse scene di vita quotidiana di ieri e di oggi, l’osteria ed il mercato della frutta e delle verdure, persino i pastori sotto le tende nei periodi di transumanza. Con pieno successo di un percorso didattico incentrato sulla ricostruzione delle antiche botteghe dei mestieri che è stata pure una festa che ha visto studiare e lavorare insieme docenti, scolari e i loro genitori, e gli scout del quartiere. Che, afferma la direttrice scolastica Serafina Corrado, “ha visto realizzato in concreto una comunità educante, una scuola aperta al territorio, la condivisione di un voler fare insieme per la propria comunità”.
Duplice il significato dell’iniziativa: religioso, di celebrare la nascita di Gesù Bambino con i suoi forti messaggi di pace fra i popoli, di solidarietà umana, di sacralità della famiglia. Poi, di riscoperta di antichi mestieri le cui radici affondano nella storia e nella cultura dei nostri paesi e delle nostre contrade, insegnati da valenti maestri artigiani alle nuove generazioni che corrono il rischio di perderne la memoria perché attratti dalle nuove tecnologie elettroniche e da altri valori.