Legambiente Sila: la gestione commissariale dei rifiuti in Calabria è oramai fallita

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Al centro il presidente Giuseppe Veltri

Riceviamo e pubblichiamo una nota di Legambiente Sila sulla gestione commissariale dei rifiuti in Calabria e sulla discarica di Vetrano, oramai al collasso:

“Gli effetti di 15 anni di Commissariamento per l’emergenza rifiuti in Calabria sono oramai evidenti a tutti: la raccolta differenziata in tutta la Regione resta inattuata, mentre crescono le discariche ed i sindaci tartassano i cittadini con nuove tasse che non servono a migliorare il servizio ma a coprire i buchi nei bilanci comunali fatti per politiche assistenzialistiche. In Calabria l’emergenza rifiuti è diventato un fatto di ordinaria mala-amministrazione che finora ci è costata oltre 900 milioni di euro, ha alimentato le ecomafie e il degrado ambientale e amministrativo in tutta la Regione. E non siamo sorpresi che, nonostante tutti questi fatti oramai di dominio pubblico, il governatore Scopelliti continui con l’accanimento istituzionale, utilizzando una terapia i cui effetti collaterali saranno disastrosi per il territorio e soprattutto per la salute di tutti i calabresi. Legambiente in più occasioni ha gridato lo sdegno della situazione Commissariale chiedendo un’inversione di percorso che potesse divenire virtuoso cosi come avviene in tante parti d’Italia e del mondo.

Oggi la Calabria è in ginocchio e sul tema dei rifiuti l’emergenza non finisce mai, anzi la stessa viene utilizzata ad arte ogni qualvolta serve giustificare l’immediato conferimento dei rifiuti in altre discariche o aprendone di nuove in attesa che arrivi la prossima crisi. Tanti sono i comuni della Regione che oggi vivono il dramma dell’immondizia sparsa ovunque, con pericoli seri per la salute pubblica. Legambiente ha chiesto per l’ennesima volta la fine del commissariamento che proprio quest’anno compie ben 15 anni, e nelle scorse settimane ha invitato il Governatore Scopelliti a formulare un piano ed una legge sui rifiuti che miri soprattutto alla raccolta differenziata “porta a porta”, che già diversi comuni “ricicloni” della Calabria hanno dimostrato di saper fare. E’ finito il tempo delle attese e delle promesse, ed è evidente che non si può garantire una gestione ottimale dei rifiuti utilizzando il modello fallimentare di questi ultimi 15 anni. Serve cambiare completamente rotta, responsabilizzando i comuni ed i sindaci per una gestione virtuosa dei rifiuti, chiamando in causa la politica, ad ogni livello, affinché si assuma le sue responsabilità per raggiungere obiettivi come quelli registrati in Sardegna, regione anch’essa commissariata, che in 6 anni di gestione virtuosa è passata da una raccolta differenziata del 5% ad oltre il 50% allineandosi alle percentuali registrate nelle in ambito nazionale.

All’interno di questo scenario emergenziale cosa dire della discarica di San Giovanni in Fiore, di località Vetrano? La situazione si è profondamente aggravata al punto che la sua capacità di accogliere rifiuti è vicina al punto zero proprio a causa delle scelte scellerate messe in atto dal Commissario e avvallate finora da tutti i sindaci. La discarica, oggi, accoglie rifiuti indifferenziati con una crescita dei conferimenti passati da 30 tonn/giorno alla situazione attuale che, secondo dati non ufficiali e reperiti dal solo conteggio degli autotreni che mediamente scaricano in discarica in un giorno, varia dai 150 alle 300 tonn/giorno. Tutto questo avviene in violazione di direttive europee, visto che parte della discarica ricade nella Zona di Protezione Speciale (ZPS) dell’Alto Crotonese. Tutte vicende denunciate dal circolo locale di Legambiente che non hanno avuto attenzione né dalla magistratura né dagli amministratori locali, di tutte le parti politiche. Nessuno è intervenuto a risolvere una chiara situazione di grave illegalità. Anzi in più occasioni l’attuale sindaco Barile si è reso responsabile silenzioso e complice di Scopelliti e dei vari commissari.

Ma la gestione dei rifiuti è palesemente fallita per tutto il sistema cha la compone: disastrosi sono i cassonetti esistenti, la maggior parte fatiscenti e senza più coperchi dove ognuno è libero di gettarci dentro qualsiasi cosa anche rifiuti ingombranti, così come la raccolta che non viene effettuata tutti i giorni e la domenica si presenta agli occhi dei turisti che vengono a visitare il centro storico, scenari inquietanti con i cassonetti ricolmi e i randagi che banchettano.

Tutti ricordano gli impegni solenni assunti ad alta voce da Barile nella campagna elettorale, impegnandosi persino con il sindaco di Saracena, uno dei cinque comuni ricicloni calabresi, come esempio da imitare. Adesso, invece, attraverso un’intervista alla stampa locale apprendiamo che vuole realizzare un impianto di smaltimento dei rifiuti per il quale è stato necessario recarsi in Germania (come se in Italia mancassero esempi virtuosi) per sottoporlo all’attenzione della regione Calabria ma i tempi non sono brevi, perciò rassegniamoci e come per l’ospedale i risultati li avremo, forse, tra due anni e nel frattempo accontentiamoci solo dei camion che continuano a transitare sulla SS 107 fino a esaurimento della discarica.

E poi, continua ancora il sindaco nella sua intervista, aumentare la raccolta differenziata significa spendere più soldi, come se i cittadini non pagassero già le tasse per questo servizio che non viene svolto. Almeno avremo indietro i soldi della Tarsu? Ma il sindaco è a conoscenza che se effettua la raccolta differenziata avrà il contributo del CONAI, consorzio obbligatorio imballaggi, per i costi che ogni cittadino paga alla fonte ogni volta che acquista un bene riciclabile?

Il sindaco conclude con una solenne promessa <