L’Ugl trasporti sulla situazione dell’aeroporto Sant’Anna di Crotone
"Sulle vicende aeroportuali del Sant’Anna, chi più chi meno, tenta, costantemente, di inserire opinioni dando, per scontato, la fondatezza del proprio pensiero esprimendolo pubblicamente, falsando quella che, di contro, è una verità storica, umiliante e di difficile annullo nella memoria". E' quanto scrive in una nota Gianfranco Turino, Settore ricerche, studi e programmazione UGL Trasporto Aereo Calabria.
"Per dovere di cronaca - continua la nota - avendo vissuto gli attimi della brutale chiusura dello scalo crotoniate e il successivo esodo sul Lamezia terme, ribadisco che lo stop ai voli sul Sant’Anna è avvenuto il 10 ottobre 1979, con un laconico telegramma ministeriale il cui testo era il seguente: ”temporaneamente chiuso al traffico aereo perche’ sprovvisto di sistemi di avvicinamento vor” quell’apparato,stranamente, era stato inviato verso lo scalo ma chissà per quale motivazione, bloccato in qualche hangar di aeroporti del sud fin dall’agosto dello stesso anno".
Quel “temporaneamente” avrebbe dovuto e potuto essere la molla per premere sull’acceleratore e pretendere la riapertura con nuovi collegamenti, magari con altre compagne, invece sia l’allora presidente del consorzio (dr. Dattolo) che il sindaco di Crotone (Sen. Bernardo) non mossero una virgole per tentare di realizzare la possibilissima ripresa dello scalo.
Chiarisco subito, senza mezzi termini e diffidando chiunque affermi il contrario, che l’incidente di Ustica con l’abbattimento del DC9 Itavia, avvenuto il 27 giugno 1980, non ha alcun riferimento con la fine della struttura aeroportuale della città di Pitagora, il Lamezia Terme, è stato aperto nel 1976, funzione,quasi totale nel 1977. Per strani tentativi centristi, messi in essere per tacitare qualche politico locale che per un attimo aveva alzato le antenne della protesta, la Compagnia, dal 1978 e fino a settembre 1979,decretò un costante surrogato di collegamenti: un Crotone- Lamezia –Roma, (06,00-22,30),tratta ambigua e anomala, con il rischio,facilmente immaginabile, dei tempi di alzata e atterraggio (15 minuti in totale)su cui pose il veto perentorio l’ANPAC (l’associazione piloti) e, successivamente, un transfer in pullman dallo scalo al Lamezia Terme con accettazione dei passeggeri presso i banchi del Sant’Anna, avviati già muniti di carta d’imbarco. Un attimo di rivolta ai fatti dequalificanti del Sant’Anna, fu il tentativo consumato con il presidente dell’azienda Turismo, Tesoriere,nella ricerca delle firme dei cittadini per avviare una protesta popolare da portare alla politica, l’iniziativa non raccolse il successo sperato ,di firme ce ne furono pochissime, l’azione aborti rapidamente. Nella vicenda della chiusura del 1979, sono molti i fattori che hanno remato contro corrente, tra cui le volontà di alcuni dipendenti della Compagnia che lasciarono lo scalo per trasferirsi, di propria volontà, sull’aeroporto della piana. Negli uffici del Sant’Anna restavo soltanto io, proteso in una battaglia, che sentivo persa in partenza, ma sui non intendevo mollare, la mia contestazione, portata avanti con ogni mezzo possibile, finì nel dicembre 1979, quando compresi che non esistevano alcun barlume per una ipotetica ripresa nonostante quel “temporaneamente chiuso al traffico” del telegramma ministeriale. Una vera e pesante responsabilità della perdita di quel settore, capace di dare vita ad un turismo specifico e a collegamenti verso il resto del territorio, in modo da riqualificare e rilanciare l’economia di Crotone e del suo hinterland verso un futuro diverso, va attribuita alla politica cittadina e,amaramente, alla stessa collettività che non ebbe il coraggio di muoversi per mantenere un bene proprio lasciandoselo carpire, come s’era lasciata portare via gli uffici di Rappresentanza (1975) che, a suo tempo, erano n città in Via Veneto, nei pressi del Comune,trasferiti, notte tempo, in quel di Catanzaro. Ho più volte tentato di riaprire il dialogo e riattivare i canali per rivedere le ALI sull’aeroporto, con collegamenti duraturi e non solo momenti di furore subito cancellati dal nulla, ho scritto fiumi di comunicati e di proposte siglandole con il mio ruolo di responsabile sindacale del settore, tra cui uno studio dal titolo “il triangolo aeroportuale calabro” , una miriade d’incontri, conferenze, convegni e ricerche, di possibili scelte tra le quali il suggerimento della creazione di una compagnia locale da gestirsi e muoversi senza il timore d’essere tagliati fuori dal progresso e dalle civiltà sociale. Resta al momento,una enormità di fondi e stanziamenti spesi per abbellire e rimodernare le strutture, disponendo lo scalo alle funzioni dell’Eurovolo con una proposizione invitante, quella dell’inesistenza di tasse di approvo e partenza, annullate, a suo tempo, nella considerazione di una struttura estremamente utile allo sviluppo sociale. Quello che manca attualmente è un manager tecnico proveniente dal settore, che capisca e conosca perfettamente tutte le spigolature e le possibilità del trasporto aereo commerciale, le sue implicazioni e le sue proiezioni al domani. La voce della politica ha già prodotto troppi guasti per continuare a sperare che risolva la continuità del Sant’Anna garantendone uno svolgimento continuo senza più interruzioni.
Il rivederlo funzionare veramente - conclude la nota - è’ solo una chimera? Un sogno? Un desiderio di chi crede in certe forme di progresso? Forse, in fondo il sogno e il desiderio può sempre trovare il modo di divenire realtà”.