Uscito il nuovo libro di Bruno Gemelli “Il grande 8 - Storie dimenticate di Calabria”"
E' uscito il nuovo libro di Bruno Gemelli, "Il grande 8 - Storie dimenticate di Calabria", per la Città del Sole edizioni.
Questa la presentazione dello stesso autore.
"Il baule della memoria e gli scaffali dei ricordi non richiedono alcun ordine particolare. Non si curano della conservazione degli oggetti che ospitano e men che meno della polvere che vi si accumula nel tempo. Essi custodiscono storie, minime, senza una gerarchia di valori. Senza pretese. Le rimembranze vengono ammassate come oggetti accatastati nel soffitto o nella cantina. Singoli pezzi venuti casualmente alla luce per un solo giorno. Articoli di giornali, carta per avvolgere la verdura. Giusto il tempo di essere catturati da qualche benevolo lettore. E poi ricacciati nel silenzio dell’oblio.
Questa pubblicazione ricompone i viaggi solitari di tante piccole e piccolissime storie popolate da personaggi che hanno acceso la curiosità dell’autore.
Varia umanità. E così ci si imbatte nel professore di liceo di una piccola città periferica che scrive con uno pseudonimo racconti per il settimanale Il Mondo di Mario Pannunzio. Il figlio legittimo di Garibaldi, Menotti, che apre un’attività commerciale a Catanzaro. Un caricaturista che richiama un genere perso. Un vignettista che inventa la mascella di Mussolini. Cicco Simonetta da Caccuri, ministro alla corte degli Sforza, che nasce in un castello del Sud e muore in un maniero del Nord. Leonardo Cimino, il giovane sarto di Girifalco diventato il primo bandito di Roma. Federico Tallarico di Marcedusa, comandante partigiano, col nome di “Frico”, nella lotta di liberazione nelle Prealpi torinesi. Il capo mafia palermitano Michele Navarra, colletto bianco, che inizia la ‘ndrangheta a più audaci progetti. Ma il primo a parlare, anzi a scrivere, di mafia, ancor prima di Leonardo Sciascia, è stato lo scrittore calabrese Saverio Montalto con La Famiglia Montalbano, nome convenzionale dato alla parola ’ndrangheta allora desueta.
E poi. Il parroco di Soveria Simeri, don Andrea Bruno, che possiede la più completa collezione al mondo di Lambrette. L’ingegnere Gennaro Miceli di Caraffa di Catanzaro che avvia il cooperativismo rosso in Italia. Titta Foti, il Leo Longanesi della Calabria. Ciccio Modafferi il sindaco antimafia di Gioiosa Jonica. Damiano Guagliardi che sogna l’unificazione della Regione Calabria attraverso la metafora della rivolta delle pulci. Vico Ligato, la prima vittima eccellente. Gualtiero Jacopetti che svela i Vattienti di Nocera Terinese in chiave scandalistica. Il lato intellettuale di Raf Vallone. La saggezza di Sharo Gambino. La malinconia di Leopoldo Trieste. L’arguzia di Vincenzo Talarico. L’estrosità di Mimmo Rotella. Arturo Perugini, che fonda la moderna Lamezia Terme inventando il simbolo del Carroccio vent’anni prima della Lega. Il canyon delle Valli Cupe scoperto dal botanico Carmine Lupia dentro la leggenda della città di Barbaro. L’ammiraglio turco Occhialì, nativo di Isola di Capo Rizzuto, eroe mussulmano della battaglia di Lepanto. Le gesta di Pasquale Cavallaro, il rivoluzionario di Caulonia. La vita moscovita delgiornalista Roberto Scarfone. Quirino Ledda, il comunista che salva dal degrado la Certosa di Serra San Bruno. La chiesa dolente di Locri.
E poi tante storie collettive. Il crepuscolo dei casini, intesi come case di tolleranza nella mappa regionale del tempo. I «conti correnti» che gareggiano con i bolidi rossi per le strade tortuose della Calabria. Gli eroici fanti della “Brigata Catanzaro”. I calabresi nella spedizione dei Mille e nella Costituente repubblicana. Ma anche una storia mai raccontata prima. La relazione Donatini-Molinaroli chiude precedendo principesse e baroni, fascismo e antifascismo. E altro ancora, dentro il ventre della Calabria e fuori dal giardino degli umori appassiti".