‘Ndrangheta: Cids, gruppo scout Rosarno estraneo a logiche clan
"È da condividere pienamente la coraggiosa presa di posizione del parroco della chiesa Maria Santissima Addolorata di Rosarno,don Meme' Ascone, sull'incredibile chiusura della sede degli scout Rosarno 2 dopo l'arresto del suo capo accusato di essere un infiltrato di una potente cosca e fanno bene le mamme dei ragazzi amareggiati per l'assurda vicenda a protestare Ed il fatto che alti prelati, tra cui il Cardinale Bagnasco e il Presidente della Conferenza Episcopale Calabrese Monsignor Mondello, si siano interessati del discusso caso, e' la dimostrazione della importanza e delle implicazioni che riveste il problema". Lo afferma il presidente del Comitato interprovinciale per il diritto alla sicurezza (Cids) di Reggio Calabria, Demetrio Costantino. "Riflettiamo un istante - aggiunge Costantino - Francesco Rao, da ben 10 anni, e' a capo del gruppo o comunita' di ragazzi impegnati in percorsi educativi e distintisi nelle attivita' di accoglienza. Con l'operazione delle forze dell'ordine "All inside", viene arrestato Rao, accusato di essere un fiancheggiatore della potente cosca.
La domanda e': cosa c'entrano i ragazzi e la loro associazione? Perche' sciogliere il gruppo? Si sarebbe dovuto agire proprio in senso opposto. E cioe' promuovere incontri tra i vari soggetti - interloquendo sopratutto con don Ascone- valutare assieme la situazione, discutere poi con i ragazzi illustrando la amara e imprevista situazione, adottare misure per dare continuita' all'attivita' del gruppo. Lo scioglimento - secondo Costantino - è dimostrazione di superficialita', inadeguatezza, mancanza di requisiti per capire finalita' e scopi di una comunita' di ragazzi Si e' perduta cosi' una grande occasione per far contare anche i ragazzi , accresere consapevolezza, esercitare essi stessi i diritti che devono essere loro riconosciuti nelle decisioni che si assumono Altrimenti i dibattiti sulla mafia o 'ndrangheta, sulle varie forme di criminalizzata organizzata e comune, sull'esigenza di un impegno comune per l'affermazione della legalita', vengano considerati e valutate cose astratte, retorica, momenti di passatempo. E cio' a prescindere dalla veridicita' delle accuse rivolte a capo degli Scout Rao anche perche', in uno stato di diritto, e' necessario attenersi sempre al principio della presunzione di innocenza fino a sentenza"."Non e' poi agevole - rileva Costantino - comprendere la reazione sulla vicenda di don Ciotti di Libera per il fatto che don Ascone, in piena autonomia e liberta', ma in rapporto con i ragazzi e le famiglie, abbia avanzato rilievi per il modo come si siano mossi alcuni esponenti dell'Agesci, altri soggetti, e tra questi don Pino De Masi che e' referente di Libera per la Piana e Vicario generale della Diocesi Oppido-Palmi.
Chi detiene cariche non puo' considerarsi al di sopra ed essere esentato da eventuali critiche, se don Pino e' Referente di Libera e Vicario Generale e la Diocesi ha avuto un ruolo sulla vicenda, la cosa piu' utile e corretta che si sarebbe dovuta fare e che bisogna fare, e' promuovere un incontro con tutti i soggetti, avviare una seria discussione, chiarire i vari aspetti con l'obiettivo preciso di mantenere in vita questa comunita' di ragazzi. Siamo invece d'accordo con don Ciotti - conclude il presidente del Cids - sulla necessita' di non generalizzare responsabilita' e proponiamo che si affronti - nell'ambito della lotta contro la criminalita' - anche il ruolo dell'Antimafia istituzionale e dell'antimafia dell'associazionismo, espressione della societa' civile, per incidere meglio e unitariamente nella lotta e per evitare rischi di altri possibili inquinamenti nelle varie parti del territorio. Ed e' questo un problema che noi da tempo, umilmente, solleviamo".