Vibo Marina: rinvenuto delfino morto sulla spiaggia
Non accenna a diminuire la moria di Stenelle (la specie di delfino più diffusa nei mari Italiani) che ha cominciato a destare le preoccupazioni degli studiosi sin dall’inizio dell’anno, tanto da indurre lo stesso Ministero dell’Ambiente a mettere in campo una vera e propria rete di monitoraggio e di pronto intervento sulle coste tirreniche della penisola.
L’ultimo spiaggiamento di questa specie, complice anche le forti mareggiate da ovest, si è registrato ieri sulla spiaggia di Vibo Marina in località “Pennello”. Si tratta di un esemplare maschio adulto della specie “Stenella striata”, della lunghezza di oltre due metri, che si è infatti arenato nella notte, destando l’attenzione di alcuni residenti del luogo che hanno subito avvisato la Capitaneria di Porto tramite il nr. emergenza in mare “1530”.
Immediato l’intervento di una pattuglia del Servizio Operativo della Guardia Costiera di Vibo Valentia Marina, che seguendo le ultime direttive di intervento emanate dal Terzo Reparto del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, accertata l’effettiva presenza del delfino, avvisava i veterinari dell’Area C dell’ dell’ASP di Vibo Valentia, dott. Domenico Piraino e Dott. Salvatore Fiorillo, il Direttore di Unita Operativa dell’Istituto Zooprofilattico di Catanzaro, Dott. Giuseppe Lucifora e il dott. Pino Paolillo, del Programma Mare del WWF Italia, che prontamente intervenivano sul posto.
Viste le ricerche in corso a livello nazionale per cercare di scoprire le cause dei numerosi spiaggiamenti che stanno interessando le coste tirreniche dalla Toscana alla Sicilia, le autorità sanitarie hanno deciso di trasportare la carcassa del cetaceo presso la sezione provinciale dello Zooprofilattico di Mileto, dove la stessa sarà sottoposta ad esami necroscopici. Il trasferimento, dopo un ulteriore esame delle biologhe Stefania Giglio ed Elena Madeo, si è reso possibile grazie all’intervento della Protezione Civile di Pizzo, che con un mezzo idoneo ha provveduto al trasporto della Stenella in laboratorio.
Sono ormai un’ottantina i cetacei (in prevalenza Stenelle, ma anche alcuni Tursiopi) che sono stati rinvenuti morti o in fin di vita dall’inizio di gennaio e dai primi risultati emersi dalle indagini in corso sembra che si stia confermando la presenza del morbillivirus dei delfini ( 12 casi su 24 esemplari esaminati) , lo stesso agente infettivo che provocò nel Mediterraneo una vera strage di Stenelle negli anni 1990-92 e, successivamente, nel 2006-2008.
Inoltre in diversi individui è stata riscontrata la presenza del Photobacterium damselae, che provoca sindromi emolitiche ed emorragiche, mentre tutti i cetacei spiaggiati sono risultati infestati da parassiti, segno di una compromissione del sistema immunitario che potrebbe essere causata da un accumulo di agenti inquinanti nei tessuti .
Il fenomeno in atto presenta insomma ancora molti aspetti da chiarire e per questo l’interesse della comunità scientifica e dei Ministeri dell’Ambiente e della Salute è molto alto. Della Rete nazionale spiaggiamenti mammiferi marini fanno parte, tra gli altri, gli Istituti zooprofilattici sperimentali (Izs), coordinati dall’Izs di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, la Banca dati spiaggiamenti (Bds) dell’università di Pavia, il Cetaceans stranding emergency response team (Cert) e le università di Padova, Siena e Teramo.
Il Comandante della Capitaneria di Porto C.F. (CP) Paolo MARZIO, evidenzia l’importanza di segnalare eventuali rinvenimenti di delfini tramite il numero gratuito 1530, al quale risponde la Sala Operativa della Capitaneria di Porto competente per territorio, al fine di prontamente intervenire sul posto e avviare le procedure tese a verificare le cause del decesso.