Amendolara: 612° falò di San Vincenzo

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Senza identità e senza investimento sulla storia non c’è alcuno sviluppo turistico sostenibile. È con questa convinzione e con questo metodo, di valorizzazione delle risorse e del proprio patrimonio per governare il futuro, che il Paese della Secca si prepara a vivere la 612esima edizione della Festa di San Vincenzo con i suoi tradizionali falò. L’appuntamento è per venerdì 26 e sabato 27 a partire dalle ore 21.

A darne notizia è il Sindaco Salvatore Antonio Ciminelli che, soddisfatto dello straordinario successo della quarta edizione della Sagra dei Piselli, svoltasi con grande partecipazione popolare nei giorni scorsi, nell’invitare i calabresi ad Amendolara, annuncia un’ulteriore importante novità, collegata quest’anno alla tradizionale accensione dei fuochi per il proprio Santo Patrono: il progetto intercomunale “Un Falò Per Lo Ionio”. Insieme ai colleghi di Calabria, Basilicata e Puglia prospicienti lo Jonio, infatti, in occasione dell’evento identitario avviato nel 1401 dai monaci domenicani, verrà sottoscritta la richiesta comune delle 5 Vele per lo Ionio a Legambiente contro le trivellazioni petrolifere in corso a largo della costa.

Quella dei Falò di San Vincenzo è una tradizione tramandata per oltre mezzo millennio e che coinvolge l’intera popolazione, partendo dalla stessa costruzione delle enormi pire, da bruciare al passaggio della processione laica, per ben due giorni di seguito. Per realizzare ognuna di esse, con migliaia di fascini di ulivo disposti attorno ad un altro tronco di pino fissato da funi ai bordi delle strade, occorre duro lavoro e fede. Gli artigiani delle pire, quartiere per quartiere, si arrampicano aiutati da scale per raggiungere altezze record. Bastano poche decine di minuti per mandare le pire in fiamme e fumo, accuratamente appiccate dai veterani fuochisti del paese.

Ma la vera particolarità, che rievoca ancestrali riti pagani e goliardici, sta tutta nei cosiddetti “puntilli”, vere e proprie barriere umane al passaggio del corteo diretto ai vari fuochi. I protagonisti del “puntillo” impediscono l’accesso costringendo gli altri a “spuntellare”, con movimenti sincronici accompagnati da canti e cori fino, quindi, a liberare la strada. E non finisce qui. Giunti al cospetto della pira, agli organizzatori è riservata l’opportunità di esigere, dalla banda musicale che segue il corteo, danze e musica ad oltranza prima di concedere l’accensione! Un tira e molla suggestivo che coinvolge tutto il centro storico con il rione Borgo e il rione Quintone, fino al mattino successivo. Siamo di fronte ad uno di quegli eventi identitari – chiosa Ciminelli – di cui è ricca questa regione, che emozionano residenti ed ospiti, che non può essere perso e sul quale può essere fondata, in rete, una efficace azione di marketing territoriale.