Ospedale Lamezia: allarme per chiusura reparto neonatologia

Catanzaro Salute

"L'ospedale lametino fra non molto sarà privato di un altro dei tasselli più importanti che un nosocomio, in cui opera il reparto di ostetricia e ginecologia, deve avere: l'unita' operativa di Terapia intensiva neonatale". A lanciare l' allarme è il presidente dell'associazione "Lamezia Llibera" Francescantonio Mercuri che ricorda come la Tin è stata istituita nell' ospedale della Piana negli anni '70 ed è stata la prima istituita in un ospedale calabrese. "Dotata di moderne attrezzature per la diagnosi e la cura del neonato critico (prematuro, di basso peso, con patologie respiratorie o chirurgica toraco-addominale, malformato) - ha spiegato Mercuri - ha salvato la vita di centinaia di neonati, non solo di Lamezia e di tutta la Calabria, finanche di altre regioni. Da ricordare un neonato proveniente da Cagliari con uno speciale volo militare. La soppressione della Tin significa sopprimere in seguito anche il reparto di ostetricia e ginecologia, in quanto i due reparti sono complementari".

Come è possibile, si chiede il presidente dell' associazione, "che il nostro ospedale stia morendo? Possibile che dinanzi a uno scempio di così grandi proporzioni si continui a rimanere indifferenti? Un tempo nel nostro ospedale, fiore all'occhiello fino a circa dieci anni orsono, si effettuavano interventi di non poca importanza: impianti di pacemaker, interventi di chirurgia maxillo- facciale, interventi chirurgici sui bambini e tant'altro. Oggi l' ospedale lametino è diventato una postazione di smistamento per gli ospedali di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria". Probabilmente, conclude Mercuri, "si disconosce la storia del nostro ospedale e si ignorano i vari grandi professori che per anni sono stati punto di riferimento di tutta la Calabria e non solo: oggi, anche per un banale intervento su un bambino o un minorenne bisogna recarsi a Catanzaro alla chirurgia pediatrica, che costa ai cittadini calabresi milioni di euro per una convenzione stipulata con l'ospedale Bambin Gesù' di Roma, convenzione giudicata da molti non indispensabile e dispendiosa". (Agi)