Cosenza: denuncia della Misericordia di Diamante all’ASP
Una azione della Congregazione di Misericordia di Diamante, nei confronti di atteggiamenti e comportamenti dell’ASP di Cosenza, caratterizza, in questi giorni di inizio estate, i rapporti tra la associazione di volontariato e l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza. Alla base sono posti i particolari e difficoltosi rapporti di collaborazione per l’assolvimento di servizi che l’ASP ritiene di non poter garantire o che, comunque, ritiene più economicamente vantaggioso affidare a soggetti del terzo settore tra i quali la stessa Misericordia.
“Primo fra tutti vi è il servizio di accompagnamento dei dializzati presso i centri dialisi; servizio recentemente modificato, nelle sue condizioni contrattuali, ancora una volta a sfavore delle associazioni di volontariato e a tutto vantaggio dell’ASP ma con un ulteriore notevole aggravio. – si legge in una nota proveniente dagli ambienti della Misericordia – Tale aggravio consiste nel costante mancato pagamento dei minimi rimborsi garantiti per i servizi prestati; siamo arrivati a oltre 180 giorni nel pagamento delle spettanze contro ogni previsione normativa e prescrizione di legge andando verso i 210.
L’Azienda sanitaria come sempre fa la parte del leone disattendendo il Decreto Legislativo 192/2012 che prevede in massimo 60 giorni il pagamento delle spettanze da parte dell’azienda sanitaria; a ciò si aggiunga che tale provvedimento legislativo prevede il pagamento automatico della mora e degli interessi; tuttavia vi è di più, tali condizioni previste dal D.Lgs. 192/2012 non sono derogabili eppure l’azienda sanitaria continua a fare i suoi comodi, nel massimo spregio delle norme a ciò deputate.” Non è la prima volta che l’associazione diamantese denuncia presunte storture e anomalie nell’affidamento, gestione e organizzazione di servizi sanitari da parte dell’ASP di Cosenza; partendo dalle procedure per la gestione dei servizi sino alla gestione nell’erogazione dei relativi rimborsi. Frequente è stato, inoltre, il riferimento e la denuncia di atteggiamenti presumibilmente volti ad agevolare altri soggetti del terzo settore a danno della stessa Congregazione in merito ai quali pare sia intervenuta la magistratura.