Mare: Legambiente, bomba batteriologica nelle acque di Crotone

Crotone Attualità

"Una bomba batteriologica nelle acque dello Ionio, l'ennesima falla nel sistema della depurazione calabrese. Con la stagione estiva appena iniziata la vicenda del depuratore di Crotone riaccende i riflettori sul "caso Calabria", a un anno dalle puntuali denunce della Goletta Verde di Legambiente e delle altrettanto puntuali levate di scudi di chi pretende di negare l'evidenza per non spaventare i turisti. Gli ambientalisti si chiedono però quali cittadini e quali turisti abbiamo voglia di trascorre le vacanze a contatto con acque inquinate dagli scarichi reflui. Una domanda retorica a cui non è piu' tempo di rispondere con la propaganda".

Lo dichiara Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria L'associazione del Cigno Verde commenta i dati dei recenti controlli della Guardia di Finanza nel torrente Papaniciaro a Crotone. "I parametri microbiologici sono talmente elevati - dice - da lasciar supporre che i reflui del depuratore vengano sversati "tal quali", senza cioè alcun trattamento depurativo. Mentre i fanghi di essicamento, secondo le Fiamme gialle, sarebbero stati irregolarmente stoccati e sversati. L'indice è puntato sulla societa' Soakro, a totale partecipazione pubblica, cui nel febbraio scorso è stata restituita la gestione dell'impianto dopo il sequestro dell'anno scorso e dopo la gestione provvisoria del Comune di Crotone. Secondo gli accertamenti delle Fiamme gialle, si sarebbero ripetute - dice Falcone - le condotte che portarono appunto la Procura della Repubblica a disporre i sigilli al sito. Quello di Crotone è solo uno dei punti critici del sistema di trattamento delle acque reflue, per questo Legambiente Calabria chiede con forza - conclude Falcone - che le istituzioni locali e regionali vigilino sull'operato delle società cui è affidata la gestione della depurazione nel Crotonese e nel resto della Calabria, estromettendo quelle imprese la cui mala gestione è causa delle pessime condizioni di salute del nostro mare.

È inaccettabile che i siti siano affidati alle stesse società su cui pendono procedimenti penali. Così come occorre aumentare i controlli affinché gli interventi strutturali per il potenziamento della rete possano realmente risolvere la problematica in tempo utile". (Agi)