Attestati di cordoglio per la morte di Pasquino Crupi

Calabria Attualità

"Con la scomparsa prematura di Pasquino Crupi, molti di noi hanno perso un fraterno amico ma, certamente la Calabria si vede privata di un fine intellettuale, di rara passione civile e di straordinaria lucidita'". E' quanto afferma il presidente della Commissione "Bilancio, Attivita' Produttive, Fondi Comunitari e Rapporti con l'Estero" Candeloro Imbalzano che aggiunge: "Anche se Pasquino Crupi non e' mai stato un politico organico a nessun partito, ho condiviso con lui, per oltre un decennio, una comune militanza nel vecchio partito socialista. Era una stagione quella, in cui i partiti, e quindi anche il PSI, rappresentavano palestre insostituibili di vita prima ancora che politiche, specie se raffrontate alla vacuita' ed alla generale leggerezza dell'attuale classe politica". "Un partito, quello provinciale, teatro di dibattiti robusti sul piano delle idee, arricchiti dai contributi di uomini della caratura di Gaetano Cingari, Orazio Buccisano, Serafino Gambareri, Giovanni Nocera, Raffaele Terranova, Cosimo Jannopollo, Mario Battaglini, Vincenzo Gallizzi, solo per citarne alcuni. In quegli organismi - sottolinea ancora Imbalzano- Pasquino Crupi, pur proveniendo da un'esperienza politica diversa, si distingueva non solo per le qualita' oratorie ma per la lucidita' sorprendente e la profondita' delle sue analisi, specie per chi, come me, pur giovanissimo, ricopriva gia' ruoli di delicata responsabilita' politica". Continua il consigliere regionale: "Pasquino Crupi aveva una sola bussola: l'eterna questione meridionale e quindi calabrese, nonche' la voglia di contribuire, con i poderosi strumenti intellettuali di cui disponeva, allo sviluppo della nostra Regione e della nostra Provincia. A quella scuola, abbiamo avuto la fortuna di attingere a piene mani. Con Pasquino, il rapporto e' andato ben oltre quella comune e proficua esperienza. Anche di recente, negli incontri, pur meno frequenti, era assai piacevole confrontarsi e mi sentivo gratificato sempre dalle sue acute riflessioni sia sulla condizione del Mezzogiorno che su quella del nostro territorio. Per questo - conclude Candeloro Imbalzano- manchera' tanto a tutti coloro che hanno avuto il privilegio di esserne amico. Ma ancor di piu', sara' la Calabria a soffrire della scomparsa di quello che, con Giovannino Russo, era ormai rimasto l'ultimo grande meridionalista di questo Paese".

"Con Pasquino Crupi scompare una delle figure piu' carismatiche e straordinarie della cultura calabrese" E' quanto afferma il Segretario Questore del Consiglio regionale Giovanni Nucera, che si dice "estremamente costernato dalla improvvisa quanto prematura scomparsa di un uomo, di un calabrese, ma soprattutto di un ellenofono, che ha saputo incarnare in se caparbieta', passione, impegno e studio. Pasquino Crupi, da oggi, va annoverato tra i calabresi piu' illustri. Alla sua famiglia invio i miei piu' fervidi e sinceri sentimenti di cordoglio e di affetto. Un abbraccio - prosegue il Segretario Questore del Consiglio regionale - che deve accomunare tutti i calabresi autentici. Fu un figlio di questa terra di cui andremo sempre orgogliosi. Un attento osservatore delle vicende della storia meridionale, viste attraverso l'occhio di un socialista convinto che non abbandono' mai i suoi ideali, ma non abiuro' mai la ricerca scrupolosa della verita', attraverso una oggettiva analisi dei fatti ed un equilibrato giudizio degli uomini che ne furono protagonisti". "Non e' mai tornato sui suoi passi. Anzi - prosegue Nucera - il suo articolato percorso di ricerca, di perfezione nel ragionamento, di lucidita' nelle conclusioni, sono state il motore delle sue opere. Pasquino Crupi consegna alla Calabria un'imponente produzione letteraria dedicata alla letteratura meridionale e calabrese, in particolare. Ma piu' di tutto restano grandiose e pregevoli le sue numerose opere sul meridionalismo, sulla Calabria che restano il patrimonio di un grande studioso mestamente consegnati alla Calabria".

"Da giornalista - ricorda Nucera - fu un graffiante commentatore delle vicende calabresi e nazionali, senza mai mancare di rispetto a chi non aveva le sue stesse idee o tirava le sue stesse conclusioni. Ha sempre orientato la sua attenzione verso i piu' deboli, verso coloro che un certo meridionalismo ipocrita definiva generalmente 'cafoni', senza alcuna distinzione, ne' arte ne' parte, senz'anima e senza cuore". "Mi piace ricordare, oggi, per rendergli omaggio, per onorare la sua memoria, il suo impegno di 'pro-rettore' all'interno dell'Universita' per Stranieri "Dante Alighieri" di Reggio Calabria. Una istituzione che ha sostenuto e valorizzato con il suo lavoro di questi ultimi anni, di docente, di studioso e di ricercatore delle cose meridionali. La sua ultima opera e' quasi un testamento. Il meridionalismo - afferma Nucera - lo ha sempre appassionato. Ed anche su questo ha voluto, dopo tante opere sull'argomento, alcune calunniose e bugiarde, dire la sua ultima parola con il libro "La cosidetta "Questione meridionale al tempo della diffamazione calcolata del Sud". Una lettura nuova, capovolta, rispetto alle conclusioni di altri autori non proprio irreprensibili che si sono buttati a capofitto su un tema in questi ultimi anni sempre piu' in discussione". "Mi restera' indelebile il ricordo del suo sorriso, della sua disponibilita', del suo coraggio al confronto con chiunque. La Calabria ha il dovere di onorarlo come merita, renderne incancellabile la memoria, valorizzare il suo impegno e le sue opere. E' il solo tributo che pensiamo lo possa rendere felice tra i pascoli del cielo".

"Un intellettuale in trincea". Cosi' amava definirsi Pasquino Crupi, autorevole e raffinata espressione del mondo culturale calabrese che al termine di una lunga malattia ci ha lasciato. Con la sua scomparsa la nostra regione e piu' in generale il Mezzogiorno, perdono una figura di indubbio carisma e di riconosciuto spessore umano e intellettuale". Con queste parole il presidente di Confindustria Reggio Calabria, Andrea Cuzzocrea, ricorda la figura di Pasquino Crupi. "Il meridionalismo di cui egli si e' sempre fatto testimone - prosegue Cuzzocrea - attraverso brillanti e apprezzati contributi in ambito letterario e giornalistico, da oggi deve fare a meno di una voce che senza alcuna retorica, si e' fatta espressione di un Sud capace di conseguire un autentico riscatto sociale. Una voce animata esclusivamente dal desiderio di innescare attraverso la cultura, la conoscenza, l'impegno civile, un moto d'orgoglio in una terra troppo spesso incapace di imprimere autonomamente una vera svolta al proprio destino. Di questi sentimenti e passioni - sottolinea il presidente degli industriali reggini - Crupi era diventato portavoce negli ultimi anni della sua esperienza terrena intensificando la sua antica passione per il giornalismo. Protagonista di primissimo piano della vita sociale calabrese, per lui parlano gli autorevoli contributi offerti al mondo della comunicazione, degli studi letterari e dell'impegno politico. Pubblicista, prorettore dell'Universita' per Stranieri "Dante Alighieri", bovese doc, Crupi lascia a tutti noi un'eredita' importante e preziosa. Una mole di lavoro testimoniata da numerose opere, scritti, interventi pubblici, di cui la collettivita' calabrese dovra' farsi rigida custode e sapiente interprete. Un patrimonio di insegnamenti - conclude Cuzzocrea - conditi da un'inesauribile dose di saggezza, coerenza e ironia, a cui sara' indispensabile attingere ancora a lungo in futuro".

"La scomparsa del professor Pasquino Crupi, intellettuale finissimo, amato e stimato per la sua immensa passione civile, lascia un vuoto incolmabile nel mondo culturale calabrese e nazionale". E' quanto ha affermato il presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio appena appresa la notizia della morte dello stimato e coraggioso meridionalista. "Giornalista scomodo e controcorrente, senza peli sulla lingua, sempre arguto e tagliente in tutti i suoi interventi -ha aggiunto Oliverio- non ha mai esitato un momento quando si doveva difendere la Calabria e la sua gente. Lo ricordo sempre in trincea, sulle barricate, sempre dalla parte dei piu' poveri e delle classi subalterne. La sua unica bussola era il riscatto della Calabria e dei calabresi, con riferimento soprattutto alle giovani generazioni a cui spesso non ha risparmiato anche severe critiche e rimproveri. Con lui se ne va un uomo tutto d'un pezzo che ha saputo testimoniare il suo amore per la cultura e per la politica non lasciandosi mai ingabbiare nei vecchi e nei nuovi schemi dell'appartenenza, mai cedendo alle lusinghe del potere e della convenienza. Quella di Pasquino Crupi, in un momento in cui i diritti elementari dell'uomo vengono quotidianamente minacciati e negati -conclude Oliverio- e' una perdita gravissima di cui, come calabresi, sentiremo fortemente la mancanza. Ai familiari giungano il mio cordoglio e le mie condoglianze".(AGI)