Riunione del Movimento femminile dei Popolari liberali sul femminicidio
Il tema della violenza sulle donne è stato al centro di una nuova riunione del Movimento femminile dei Popolari e Liberali della provincia di Reggio Calabria, alla quale ha partecipato il coordinatore regionale dei Popolari e Liberali Giovanni Nucera.
Una discussione, che tra violenza domestica, stalking, non poteva non sfociare nel diffuso fenomeno del femminicidio, che sta riempiendo in questi ultimi anni le pagine della cronaca locale e nazionale.
“Il femminicidio, che non ha confini geografici, differenze sociali e culturali” – è stato detto nel corso della riunione. Ma che merita di essere analizzato, affrontato, e soprattutto contrastato anche con iniziative legislative severe ed innovative”.
Emblematico l’ultimo caso, tutto calabrese, consumatosi nei giorni scorsi a Brancaleone, dove una donna ucraina è stata violentata, uccisa e quindi bruciata dal suo aggressore. Un ragazzo di 21 anni, che ha reagito in maniera così disumana e brutale di fronte al rifiuto alla richiesta di un rapporto sessuale. Si chiamava Tatiana Kuropatyk. “Una vicenda terribile – è stato il commento unanime nella riunione – che chiama ad una generale presa di coscienza sociale ed istituzionale”.
Da una parte emerge la necessità di una riaffermazione e valorizzazione dei principi naturali che sono stati il fondamento della nascita delle moderne società occidentali e democratiche, dall’altra, quella di una risposta istituzionale, di tipo legislativo, regolamentare, che inasprisca le pene per questo tipo di reati. E’ vero che un omicidio è sempre un omicidio al di là di ogni differenza do genere, ma quando ‘a soffrire’ ‘a subire’, ‘a morire’ sono le donne il reato in sé, è la prova di una degenerazione delle coscienze, dell’affermarsi di atteggiamenti di supremazia e prevaricazione del maschio, che sta pericolosamente e diffusamente permeando la società di oggi.
Mentre da una parte, movimenti e gruppi sollevano l’esigenza di un vero umanesimo, nel quale mettere al centro la persona, in tutte le sue articolazioni fisiche e sociali, ritrovando quei valori umani e quei principi del diritto naturale, i diritti della persona, sono stati, soprattutto negli ultimi cinquant’anni, travisati o dimenticati.
Solo con l’osservanza della legge naturale, rispettando i diritti naturali o fondamentali dell’uomo, si possono ricomporre i rapporti di una convivenza veramente pacifica. Valori che fanno parte del patrimonio ideale dei Popolari e Liberali italiani.
“Per questo – è stato ribadito - appare sconcertante, nell’analizzare i risvolti della vicenda di Brancaleone, che potrebbero essere uguali a quelli di qualsiasi altro caso di femminicidio, il fatto che il giovane omicida, a parere degli investigatori, non si sia reso ancora conto di quello che ha fatto”.
Le donne del Movimento femminile dei Popolari e Liberali della provincia di Reggio Calabria, si sono interrogate sul perché di questo fenomeno, che negli ultimi anni ha assunto una connotazione così preoccupante, “risvolto – è stato detto – di una società sempre più malata e caratterizzata da rapporti tra le persone, persino all’interno delle singole famiglie, sempre più carichi di risentimento ed insofferenza”.
Da qui l’evidente necessità di interventi sul piano sociale e legislativo. Nel primo caso, non si tratta di aiuti di tipo economico, perché, almeno nel caso italiano, il fenomeno non è prevalentemente collegato a realtà di povertà, abbandono e degrado. Lo status sociale conta poco. E’ lo status valoriale e culturale ad essere in crisi. E dunque, prima che la repressione conta molto agire sulle coscienze, sul pensiero collettivo riproponendo quei valori e quei principi sui quali si fonda il Movimento dei Popolari e Liberali in Italia. Avviare un’opera di rieducazione sociale che coinvolga, soprattutto i giovani fin dalla più tenera età.
Concludendo la riunione, Giovanni Nucera, ha parlato della legge regionale di cui fu cofirmatario nel 2007, la n. 20 del 21 agosto recante “Disposizioni per la promozione ed il sostegno dei centri di antiviolenza e delle case di accoglienza per donne in difficoltà”.
“Una normativa – ha spiegato - attraverso la quale la Regione Calabria, ha riconosciuto “che ogni tipo e ogni grado di violenza sessuale, psicologica, fisica ed economica contro le donne costituisce un attacco all’inviolabilità della persona e alla sua libertà, secondo i principi sanciti dalla Costituzione e dalle vigenti leggi. Alle donne che incontrano l’ostacolo della violenza, nelle sue diverse forme – recita l’art. 1 di quella legge - è assicurato il diritto, eventualmente con i propri figli, ad un sostegno temporaneo al fine di ripristinare la propria inviolabilità e di riconquistare la propria libertà, nel pieno rispetto della riservatezza e dell’anonimato. Anche in questo caso, la scure dei trasferimenti statali – ha affermato l’on. Nucera - ha impedito il rifinanziamento della legge che però ha trovato applicazione in alcuni bandi del Dipartimento 10 della Regione Calabria ‘Lavoro, Politiche della Famiglia, Formazione Professionale, Cooperazione e Volontariato’ che sono in corso di attuazione”.
“ A mio parere – ha concluso il Segretario Questore del Consiglio regionale – l’applicazione di queste norme che alla data della loro approvazione hanno portato la Calabria all’avanguardia rispetto a molte altre regioni d’Italia, avrebbe dovuto esplicitarsi nella creazione di centri di recupero, di aiuto e sostegno alle donne in difficoltà. Nella creazione di luoghi di ascolto sociale dove aiutare le famiglie ad affrontare le loro criticità interne, frutto spesso di un rapporto compromesso, che attraverso un sostegno esterno può, nella gran parte dei casi, essere risolto”.