Consorzi di bonifica, il M5S Cosenza alla Regione: modificare la legge

Cosenza Politica
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"Continua la denuncia di migliaia di cittadini calabresi che pagano tributi ai Consorzi di bonifica e non ricevono alcun beneficio da opere o attività di bonifica. Solo alcuni mesi fa è stata presentata al Senato un’interrogazione, sottoscritta da 15 senatori del M5S, con primo firmatario il calabrese Francesco Molinari, che ha sottoposto all’attenzione dei Ministri interrogati le criticità del sistema dei Consorzi di bonifica calabresi". Così scrive il Meetup di Cosenza del Movimento 5 stelle.

"Si spera, così - continua la nota - di sollecitare anche un’inchiesta ministeriale in merito. L’interrogazione, evidenziando il problema dei tributi ingiusti e la scarsa trasparenza degli Enti consortili, ha ricevuto il plauso dei membri del Comitato promotore di una proposta di legge di iniziativa popolare, sottoscritta da circa 8mila cittadini calabresi. L’obiettivo della proposta è quello di correggere il sistema impositivo dei Consorzi di bonifica calabresi con l’introduzione del principio del beneficio per tutti i tributi consortili: se un terreno consorziato riceve un concreto beneficio da opere o attività di bonifica, solo allora potrà essere legittimamente tassat

Tutto è cominciato negli anni scorsi, a seguito della riforma dei Consorzi in base alla L.R. 11/2003, con il riordino e la riperimetrazione degli stessi. Esistevano in precedenza 17 Consorzi, diventati successivamente 11, ma negli 11 nuovi consorzi fu ricompreso più territorio regionale di quanto ne era ricompreso nei precedenti 17. I nuovi 11 consorzi hanno ereditato non solo uomini, mezzi e strutture, ma anche debiti appartenenti ai vecchi Consorzi. Migliaia di proprietari di terreni che non avevano ricevuto e non ricevono tuttora nessun beneficio da opere ed attività di bonifica, sono stati ricompresi per la prima volta nei comprensori consortili e tassati con il tributo ex art. 23, lett. a), L.R. 11/2003. La maggioranza di essi ebbero conoscenza di cosa era avvenuto quando ricevettero i primi avvisi di pagamento.

Solo la Calabria ha una legge regionale che prevede l’imposizione di tributi consortili “indipendentemente dal beneficio fondiario”, a differenza di quanto prevedono le leggi delle altre regioni italiane, le leggi statali e il consolidato orientamento della Corte di Cassazione. Per individuare e quantificare il beneficio, e calcolare correttamente i tributi consortili, occorrono i piani di classica previsti dall’art. 24, L.R. 11/2003, scandalosamente assenti sin dall’entrata in vigore della legge (10 anni), perché ancora non elaborati dai Consorzi e, quindi, non approvati dalla Regione.

Per i cittadini, pagare il tributo ex art. 23, comma 1, lett. a), L.r. 11/2003, secondo l’attuale “sistema calabrese”, significa mantenere Enti consortili anche nel caso in cui dovessero rivelarsi inefficienti, sperperatori di risorse e produttori di debiti, come dimostrato in passato. Una situazione intollerabile in una regione tra le più povere e tassate d’Italia e d’Europa, dove risulta particolarmente odiosa l’imposizione di tributi su terreni che non hanno mai conosciuto un intervento o un’opera di bonifica, che sono stati interessati da calamità naturali o che non sono utilizzabili per nessuna attività agricola perché impervi o ricoperti da macchia mediterranea.

La protesta è diffusa in tutta la Calabria, esiste un’elevata conflittualità con la contribuenza agricola ed extra agricola ed è stato presentato un alto numero di ricorsi davanti alle Commissioni tributarie. Il 3 ottobre 2013 la IV Commissione del Consiglio regionale ha sentito i cittadini che hanno proposto la legge di iniziativa popolare per modificare il sistema impositivo. Il Presidente della IV Commissione, Gallo, ha spiegato che la decisione arriverà dopo aver sentito tutte le parti interessate: l’Assessore all’Agricoltura, convocato nella precedente seduta e non presentatosi per altri impegni, i Consorzi, l’Urbi, le associazioni di categoria agricole ecc.. I cittadini - conclude il Meetup - non sono disposti ad aspettare ulteriormente e nessuna strada si lascerà intentata per il riconoscimento delle loro giuste pretese".